"Il sistema di accesso alle
facoltà di medicina va riformato e sono emerse, da quanto si
apprende, anche alcune proposte interessanti. Immaginare però
dei medici che sappiano solo di matematica e chimica è un
errore". Lo dice il professore Cristoforo Pomara, direttore
dell'istituto di medicina legale del policlinico di Catania e
componente del Cts siciliano, all'indomani
dell'approvazione in commissione cultura e istruzione della
Camera della risoluzione sull'ammissione ai corsi di laurea ad
accesso programmato, che getta le basi anche per la modifica
dell'esame di ingresso alla facoltà di medicina. "Eliminare i
quiz di cultura generale e trascurare aspetti come l'educazione
civica, la filosofia, la letteratura e l'etica quale bagaglio
culturale degli aspiranti medici - aggiunge Pomara - oltre che
un torto al nostro sistema di formazione superiore significa
allontanare i futuri medici dalla umanizzazione della medicina e
dallo "spirito" della "missione" tipici della medicina.
Significa - prosegue - eradicare il lato prettamente umanistico
che ha fatto grande la medicina italiana nel mondo. Inoltre
serve un radicale controllo degli accessi alle un'università
private che genera un sistema sbilanciato a favore di queste
ultime nei confronti delle università pubbliche a favore dei più
abbienti", conclude Pomara.
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