(ANSA) - PALERMO, 16 FEB - "Test e trattamento dell'infezione
da virus dell'epatite C cronica (Hcv) nelle carceri: il progetto
veloce ed efficace di Resist-Hcv in Sicilia" è lo screening
rivolto agli attuali circa 6.500 detenuti delle 23 case
circondariali della Sicilia. Il progetto è stato avviato
dall'unità di medicina dell'ospedale 'Buccheri La Ferla
Fatebenefratelli', diretta da Fabio Cartabellotta, che ne dà
notizia con una nota, da anni riferimento per il trattamento
delle patologie epatiche e centro capofila della Rete Hcv
Sicilia, e dal dipartimento biomedico di medicina interna e
specialistica dell'Università di Palermo, con il contributo
incondizionato di 'Gilead Science'. L'obiettivo è di far
emergere il sommerso per individuare i soggetti prima che
l'evoluzione dell'infezione provochi danni e condizioni di
salute più gravi. "Le popolazioni a rischio - si legge nella
nota - sono il più grande serbatoio di pazienti non identificati
ed a forte pericolo di sviluppare malattie poi irreversibili
come la cirrosi. Gli ex tossicodipendenti o i tossicodipendenti
attivi, che costituiscono una parte degli ospiti degli istituti
penitenziari, rappresentano la popolazione dove il virus è più
presente e nascosto. Effettuare lo screening in questa fascia
di persone colloca gli ospedali in prima linea per combattere la
patologia".
"L'osservazione epidemiologica nelle carceri evidenzia il
maggior numero di infezioni non diagnosticate, dette anche
occulte - dice Fabio Cartabellotta - Abbiamo avviato uno
screening generale di tutti i pazienti per determinare sia un
quadro epidemiologico completo, sia per portare alla cura quanti
più pazienti positivi al virus Hcv che se non curati andranno
incontro a malattie croniche del fegato nonché per limitare la
diffusione del virus in un ambiente a rischio e promiscuo come
quello degli istituti penitenziari". Lo screening verrà
condotto in un'unica giornata, in fasi veloci. (ANSA).