(di Ignazio Marchese)
(ANSA) - PALERMO, 15 MAG - "La nostra idea è quella di
realizzare qualcosa di nuovo a Palermo". Sei ragazzi e un sogno
che prende forma attraverso la ristorazione e la narrazione.
Sono Kirolos, Ibra, Riccardo, Mustafa, Ameth, Lam. Da qui è nata
Kirmal, un'impresa sociale multiculturale, che prende il nome
dall'acronimo dei nomi dei giovani promotori dell'iniziativa. In
arabo Kirmal vuol dire "per" in dialetto libanese, quindi Kirmal
Palermo, un menù per i palermitani. L'iniziativa fa parte di una
selezione nell'ambito del progetto Voci del Verbo Viaggiare -
Accoglienza mediterranea, sponsorizzato dalla Fondazione con il
Sud. L'obiettivo è quello di offrire a giovani uomini e donne,
migranti e non, un'opportunità unica di formazione ed esperienza
professionale per avviare un'azienda.
"Siamo sei. Io sono egiziano - dice Kirolos Bebawy -. Gli
altri provengono dall'Italia, Senegal, Costa d'Avorio, Gambia e
Vietman. Ognuno si occupa di una cosa diversa, ci completiamo.
Io sono il presidente. Il progetto era previsto per turismo e
ristorazione, purtroppo col Covid non è andato a buon fine. Per
adesso facciamo soltanto mensa nel centro Astalli, per migranti
e rrifugiati, che si trova a Ballarò".
L'idea, dunque, è quella di realizzare la "cena narrativa".
Cioè attraverso una scena teatrale viene spiegato il piatto
servito, in base ad una leggenda o ad una esperienza vissuta.
"La prima è stata organizzata ad ottobre 2019 prima del Covid
nel cortile del centro Astalli. - aggiunge Kirolos Bebawy -.
Erano previste 60 persone. Non potevamo invitare nessuno dei
nostri parenti o amici perché era una cena di promozione. Alla
fine siamo arrivati ad avere 90 ospiti, quindi oltre il numero
previsto. Abbiamo raccontato leggende come la testa di moro, la
vecchia dell'aceto. Durante il nostro percorso abbiamo fatto
corsi di formazione di management, cucina, narrazione, corso di
narrazione teatrale. Quest'ultima consiste nello scrivere un
testo ispirandoci ad una vicenda che ci è capitata e che sia
legata ad un piatto. Ad esempio abbiamo fatto uno sketch su come
si prepara il Mafè. È un piatto senegalese a base di riso carne
e burro d'arachidi".
Anche questo progetto ha avuto grandi difficoltà per il
Covid. "Tutto doveva partire ad Aprile 2020. Ma non ci siamo
riusciti. Abbiamo prorogato il progetto con Fondazione con il
Sud che ci ha finanziato - continua - Kirolos Bebawy - Dovrebbe
terminare il 17 maggio, ma in realtà ci servirebbe altro tempo.
A maggio 2020, abbiamo messo in scena cene narrative a spese
nostre e abbiamo pagato una mensa e cucinato per i poveri di
alcuni quartieri della città. Il Centro Valdese ci ha offerto la
sua cucina per tre giorni a settimana. A volte per 50 o 100
persone e si distribuivano circa 900 pasti. Alla fine di questo
servizio il Crazy Plus, ai Cantieri Culturali della Zisa, ci ha
finanziato 400 pasti . Cucinavamo per le persone più bisognose
del quartiere della Noce; abbiamo gestito anche un'altra mensa
per i senza tetto. Adesso con le riaperture speriamo di riuscire
ad avere un posticino all'esterno, mettendo magari una pedana o
qualche tavolo per accogliere i nostri clienti nel rispetto
delle norme anti Covid invece di lavorare solo sull'asporto".
Insomma una cucina senza confini e con lo sguardo rivolto al
futuro. (ANSA).