(ANSA) - PALERMO, 21 GEN - L'universo siciliano è stato
rappresentato ieri sera all'inaugurazione della stagione lirica
del Massimo di Palermo con "Les vespres siciliennes", Grand
Opera di Verdi, nella versione francese in cinque atti, per la
prima volta in scena nel teatro del capoluogo siciliano. Il
titolo giusto per la regista Emma Dante, forse la sua opera più
riuscita, che non ha tralasciato nulla dell'immaginario e della
terribile concretezza di una città, aiutata dalle bellissime
scene di Carmine Maringola e i fantasiosi costumi di Vanessa
Sannino.
Prima della sinfonia iniziale, un carretto getta in proscenio
dei pupi che riprenderanno vita al suono della pagina sinfonica.
Il sipario si apre sulla piazza Pretoria, con il Municipio e la
fontana della vergogna, così chiamata per via delle statue nude.
Certe volte la saggezza popolare diventa profetica, suo
malgrado. In questa piazza la Dante mette Palermo, il cibo da
strada e le immancabili coppole dei siciliani in abiti neri. Ma
a coronare la prima aria della duchessa Heléne spuntano gli
stendardi che raffigurano le vittime della mafia degli ultimi
quarant'anni: da Falcone a Borsellino, da Chinnici a padre
Puglisi agli uomini delle scorte e molti, troppi altri. E la
scena si concluda con una valanga di spazzatura sparsa per la
piazza, richiamo a un'imbarazzante attualità.
Ecco l'orgoglio che canta Giovanni da Procida, l'onore è
tutto qui: avere reagito a quelle stragi non con una rivolta, ma
con la consapevolezza che ormai il re era nudo. Omer meir
Wellber dal podio tiene tutto in pugno, con la fermezza che
occorre per dirigere un'opera così imponente e musicalmente
impegnativa: più di quattro ore, con il coro costretto a cantare
con le mascherine: solo i solisti, come è ovvio che sia, cantano
senza. I famosi ballabili, richiesti a Verdi da Parigi, ci sono
tutti, ma sono distribuiti lungo l'arco dello spettacolo.
Wellber non si è fatto sfuggire la struggente bellezza, le
dolcezze della partitura, di una Palermo ora in un crescendo
quasi marziale, ora nei duetti d'amore. Ma con il ballabile
"Autunno" Wellber ha trascritto il brano per contrabbasso,
fisarmonica e clarinetto, facendone una deliziosa band da
strada.
Verdi possiede la magia di descrivere un territorio con poche
melodie, lo ha fatto qui, lo fa con Simon Boccanegra e con Don
Carlos. E qui Wellber sottolinea questi passaggi straordinari. E
nei ballabili si sente veramente l'atmosfera siciliana, e Nino
Rota e il Gattopardo. "Una serata indimenticabile" hanno
commentato e non si può non essere d'accordo.
Nel finale la regia fa morire Henry sulla scalinata della
fontana, altra citazione che ricorda la morte della figlia ne
"Il padrino" parte terza. Ma è certamente forte il finale con la
mattanza, dove uomini e donne muoiono come pesci nella tonnara
di Favignana. E non mancano altre allusioni: le barche con cui
arriva Jean da Procida, si chiamano "Rosalia" e "Provvidenza".
Otto minuti d'appalusi hanno salutato tutto il cast, dopo una
prova oggettivamente estenuante: bravissimi Selene Zanetti e
Leonardo Caimi, nei ruoli di Heléne e Henry; e quello che ormai
è un beniamino del pubblico palermitano, Erwin Schrott, che ha
cantato con la consueta maestria il ruolo di Procida; ma
successo anche per l'apprezzato Guy de Monfort di Mattia Oliver,
come per i ballerini preparati da Davide Bombana. Un successo
che accoglie il neo nominato sovrintendente Marco Betta. Si
replica fino al 26 gennaio. (ANSA).