La notte del 24 agosto del 2016 si sono intrecciate storie di morte, di sofferenza, di vita, perfino di 'rinascita' per chi ha temuto di non potercela fare insieme ai propri cari e poi invece è tornato a vedere la luce. Storie di persone soccorse e di soccorritori, vite che si sono incrociate in un momento che ha cambiato tutti per sempre. Toccante è la vicenda che ha fatto incontrare una nonna di Pescara del Tronto, nell'epicentro del terremoto, e un vigile del fuoco. L'anziana è riuscita a proteggere i suoi due nipoti di 4 e 6 anni sotto le macerie della loro casa crollata con la scossa delle 3:36. Il vigile è Danilo Dionisi, 49 anni, di Ascoli Piceno, in servizio permanente presso il Comando provinciale, fra i primi ad arrivare nella frazione distrutta e a salvare vite. Questa storia simbolo, insieme ad altre, è raccontata da Luca Cari, responsabile della Comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nel suo libro "Maledetto Appennino" da pochi giorni in libreria.
Dionisi ha ancora perfettamente vivo il ricordo di quei momenti, e la consapevolezza di aver strappato alla morte, con l'aiuto di altri colleghi, una nonna e i suoi nipoti. "Un ricordo che porterò con me per sempre - racconta all'ANSA -: come potrei dimenticare quei bambini tirati fuori e il volto sfinito della nonna che, quando si è resa conto che i piccoli stavano bene è svenuta fra le mie braccia, vinta dalla paura, dalla gioia e dall'emozione". "Mi sono spaventato, pensavo che se ne stesse andando e l'ho scossa per rianimarla; ha riaperto gli occhi". I nipotini erano rimasti intrappolati in un'intercapedine creata dalle macerie. Ma dove precisamente? "E' la prima cosa che dovevamo capire, e abbiamo pensato che la stanza giusta fosse quella appoggiata ad un muro portante". Intuizione corretta, d'altronde l'esperienza di chi fa il pompiere è vasta.
"Abbiamo deciso di scavare un tunnel fra le macerie per raggiungerli". Dionisi si infila nel cunicolo, alle sue spalle c'è Rocco Girolami, un collega al quale passa le pietre e le macerie che man mano rimuove per farsi largo. Respira a fatica nella polvere dei calcinacci. Ma qualcosa va storto: il cunicolo artificiale s'è fatto più piccolo. "Sono rimasto incastrato, non potevo andare né avanti né indietro. E' arrivata un'altra scossa, il muro ha cominciato a tremare e ho temuto venisse giù". Ma per fortuna il muro ha retto, e "i miei colleghi mi hanno preso per le gambe e tirato indietro". Entra Rocco, più minuto di Danilo, ed estrae il bimbo di 6 anni. Dionisi torna alla carica per il più piccolo, che piange, ha paura. "Aiutaci dai..." gli dice per infondergli coraggio e il bambino sposta qualche pietra. Il vigile lo tira fuori: anche lui è salvo. Si pensa alla nonna che aveva gridato "salvate prima i miei nipoti!" ed è sul punto di svenire. "Recita una preghiera, anche per noi, che ne abbiamo bisogno" le chiede Dionisi.
Lei prega, e ritrova la forza per rimanere cosciente fino a quando il soccorritore la tira fuori. L'anziana è salva e lo bacia. "E' stata molto forte: se i due bambini oggi sono vivi lo devono anche alla nonna che col corpo li ha protetti durante la scossa più forte". E' ancora in contatto con quella famiglia? "Sì certo, ci mandiamo messaggi col padre dei bambini, ma questa è una cosa nostra". Quella notte Dionisi ha promesso ai piccoli che gli avrebbe fatto fare un giro sul camion dei pompieri. La promessa sarà mantenuta, lontano dalle telecamere.