"Al momento no", non è previsto un taglio di tre miliardi al fondo sanitario. Lo ha detto a Bari il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, aggiungendo che "quello che mi è stato chiesto è il taglio del tre per cento sulle spese del ministero e lo stiamo predisponendo".
Altolà delle Regioni sui possibili tagli alla sanità. No ai tagli nella sanità, ma no agli sprechi, rilevano fonti di Palazzo Chigi.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, incalza il governo: "Con il Governo abbiamo siglato in agosto un patto d'onore sulla sanità: se si rompe viene meno il rapporto di fiducia e collaborazione".
"A inizio agosto - ha spiegato Chiamparino - abbiamo firmato un patto d'onore col Governo con il Patto per la salute che ci ha impegnato, entro il 31 dicembre, a scrivere piani di riordino dei servizi sanitari e ha previsto un fondo da 109 miliardi di euro, con un aumento di circa 2 miliardi e mezzo in più l'anno in più per il 2015 e il 2016 per finanziare il servizio sanitario nazionale". "Se si rompe questo patto d'onore si rompe anche il rapporto di fiducia e collaborazione che noi invece vorremmo proseguire", ha continuato Chiamparino. Il quale ha anche reso noto di aver scritto una lettera al ministro Lorenzin dove ha chiesto di mantenere le somme e gli impegni pattuiti e di essersi attivato per un confronto con il Governo.
"Con il Governo abbiamo raggiunto risultati straordinari nella sanità, dando prova di grande responsabilità, a partire dall'intesa sul Patto per la salute, fino a quella sul riparto del Fondo sanitario nazionale. Ma i patti si rispettano": a dirlo è il governatore della Campania, Stefano Caldoro, sui prospettati tagli che starebbero per colpire la sanità. "Nessuno si sottrae alla partita dell'efficientamento - ha aggiunto Caldoro - ma diversa cosa sono i tagli dopo che erano stati siglati precisi accordi".
"Provino a tagliare un solo euro alla sanità veneta e mi troveranno personalmente steso di traverso sulla strada che vogliono percorrere di distruzione della sanità in Italia, in particolare dove, come in Veneto, ogni euro risparmiabile è già stato risparmiato senza aspettare i superesperti di turno. Qui da noi ridurre ancora la spesa equivarrebbe inevitabilmente a tagliare l'assistenza agli utenti. Ci pensino bene, prima che possa mettersi in moto una vera rivolta". E' dura, "senza alcun margine di trattativa", la posizione del Presidente del Veneto Luca Zaia rispetto all'ipotesi di nuovi tagli alla sanità nazionale per 3 miliardi di euro che si sta materializzando in queste ore. Rivolgendosi la Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Zaia annuncia l'invio di una tabella "talmente chiara che, se solo avrà la bontà di studiarla, gli farà capire i molti perché del nostro totale, secco, immodificabile no. E ci sia permesso di dubitare seriamente sull'ennesima promessa che i tagli non saranno lineari. Sinora infatti - incalza Zaia - la mannaia è caduta sulla sanità in maniera assolutamente non selettiva, colpendo prima di tutto chi ha già razionalizzato". "Il giochino perfido è finito - aggiunge Zaia - perché attuare un taglio in certi territori è facile come bere un bicchier d'acqua; farlo qui da noi avrebbe conseguenze facilmente immaginabili: il taglio dei servizi alla gente, perché qui il grasso che cola e gli sprechi li abbiamo eliminati da tempo. Il Governo vuole ridurre la sanità italiana come tante altre nel mondo dove prima di misurarti la pressione ti chiedono la carta di credito e fanno il benefondi? Ci sta riuscendo perfettamente, ma presentando un conto altissimo ai cittadini: la perdita del diritto costituzionale alla salute".