A pochi giorni dalla scadenza del termine autoimposto del 31 marzo per trovare un'intesa ai negoziati in Svizzera sul programma nucleare iraniano, molti degli elementi che compaiono su una bozza di accordo sono ormai trapelati.
In particolare, il documento dovrebbe prevedere un impegno da parte dell'Iran ad utilizzare solo il 40 per cento delle centrifughe di cui dispone, ovvero 6.000 su 10.000, per un periodo di almeno 10 anni. In cambio, Teheran otterrebbe un progressivo allentamento delle sanzioni economiche imposte dagli Usa, dall'Unione Europea e dall'Onu a Teheran, e anche dell'embargo sulle armi imposto dall'Onu.
L'Iran otterrebbe inoltre di poter continuare ad utilizzare centinaia di centrifughe nel sito-bunker di Fordow, accettando d'altro canto ulteriori restrizioni in altri siti in cui Teheran porta avanti le attività di ricerca e sviluppo del suo programma nucleare. Non e' invece chiaro se ci sia un'intesa in vista su uno dei principali nodi in discussione, il cosiddetto "breakout time", ossia un modo per quantificare il tempo che sarebbe necessario a Teheran per realizzare in segreto un ordigno atomico una volta che ne abbia acquisito la capacità, volontà che in realtà la Repubblica islamica ha sempre smentito.
Con le capacità attuali, si ritiene che gli esperti iraniani lo potrebbero fare in due-tre mesi, mentre l'amministrazione Obama, con un accordo per la riduzione decennale delle centrifughe, lo vorrebbe estendere ad almeno un anno, aumentando così la possibilità di un eventuale intervento per fermare Teheran.