Sono sempre di più le donne che lavorano anche se la crescita non basta a colmare il divario con l'Europa soprattutto a causa della scarsa partecipazione nel Sud del Paese: nel giorno della Festa della donna il mercato del lavoro italiano - secondo i dati Istat riferiti al 2014 - si presenta molto segmentato con appena il 46,8% delle donne tra i 15 e i 64 anni occupate nel complesso risultato di tassi del 64,3% a Bolzano e del 27,4% in Sicilia. Nonostante la crescita dell'occupazione femminile con 9,3 milioni di donne al lavoro nel 2014, circa tre milioni in più rispetto a 35 anni fa, diminuiscono gli infortuni totali anche se registrano un incremento i casi mortali. Secondo le ultime rilevazioni Inail nel 2015 (dati non consolidati) le denunce sono state 225.534 con una riduzione del 4,6% sul 2014 mentre i casi mortali denunciati l'anno scorso sono stati 100 con un +6,4% rispetto al dato omogeneo del 2014 (estratto cioè alla fine dell'anno e non consolidato). Se si guarda ai dati consolidati 2014 le denunce di infortunio mortale di donne sono state 108 con 72 casi riconosciuti positivi. Per le donne che comunque lavorano prevalentemente nei servizi piuttosto che in settori più a rischio infortuni come l'industria e le costruzioni gli incidenti mortali anche se in crescita rappresentano circa un decimo del totale. La metà delle denunce di incidente mortale per le donne è ''in itinere'' ovvero nel percorso casa lavoro mentre per gli uomini la percentuale è del 21,6%.
- La mimosa, simbolo della Giornata internazionale della donna, appare per la prima volta l'8 marzo 1946. Compie così 70 anni questa tradizione che solo in Italia è ormai sinonimo di emancipazione delle donne. Quest'anno si celebrano anche i 70 anni del voto alle italiane. Infatti, il 10 marzo 1946, due giorni dopo l'8 marzo, quando si tornò a festeggiare in modo diffuso in tutta Italia questa giornata dopo la pausa imposta dal fascismo, le donne italiane votarono per la prima nella storia.
- L'Italia è solo al 41/mo posto su 145 paesi analizzati ed addirittura al 111/mo posto se si considerano la partecipazione e le opportunità economiche: questi dati del Global Gender Gap Index sulle disparità tra uomo e donna ''sono da paese arretrato'', dice l'attivista ed economista Lorella Zanardo e soprattutto inducono a lavorare ''moltissimo sul fronte del cambiamento culturale''. Ecco perchè l'8 marzo, Giornata internazionale della donna, non si può dire festa ma piuttosto momento di riflessione, affinchè almeno per un giorno si monopolizzi l'attenzione su un tema che incide così profondamente la società.
- "Non è vero che l'8 marzo è una festa stanca, ha ancora senso celebrarlo, abbiamo ancora molta strada da fare e il nostro lavoro non è ancora terminato". E' quanto sottolinea la presidente della Camera Laura Boldrini introducendo nella Sala della Regina di Montecitorio il Recital di Daria Colombo e Roberto Vecchioni 'La forza delle donne', in anteprima alla Camera dei in occasione della Giornata Internazionale della Donna. "Dobbiamo fare un lavoro di squadra per dare alle nostre figlie la consapevolezza che i diritti vanno alimentati sempre", prosegue Boldrini ricordando di non essere una "fan delle quote rosa ma penso che sia una forzatura peggiore non avere donne nelle istituzioni di rappresentanza". Un percorso che si sviluppa anche sul linguaggio. "Non è una mia fissazione. Noi diciamo operaia, contadina ma se una donna è ai vertici deve diventare uomo, abbiamo difficoltà a dire ministra o avvocata. C'è una barriera culturale", spiega Boldrini ricordando come domani la bandiera a Montecitorio sarà a mezz'asta "in segno di lutto" per le vittime del femminicidio.