"Come la vedo? la vedo dura, qui rischiamo di perdere anche la dignità. Non si può vivere così. Ma dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti, lo dobbiamo fare per i nostri figli". Zouhaer Tabbassi viene dalla Tunisia, dove è nato 34 anni fa. A Camerino c'è arrivato nel 2003 come studente. Un progetto della Regione Marche con la Tunisia invitava i giovani laureati a venire nelle zone colpite dal terremoto - quello del 1997 - e lavorare nell'edilizia. Ma Zouhaer a Camerino c'è rimasto: ha conosciuto una ragazza del paese, Simonetta, e l'ha sposata; tre anni fa è nata Gaia Karima, una bimba dai capelli ricci e gli occhi scuri e profondi.
La famiglia Tabbassi vive fuori dal centro storico, Zouhaer continua a lavorare nell'edilizia, "faccio l'operaio" dice con orgoglio, Simonetta in un supermercato. "Casa nostra forse sta bene - dice - non sembrano esserci tanti danni visibili ma io non mi fido. Prima deve venire qualcuno a controllare e poi, se mi dicono che è ok, forse rientreremo". Forse? "Certo, perché la casa potrà pure essere a posto ma la paura dove la metti? Ce n'è tanta, davvero. L'abitudine alle scosse ce l'abbiamo, ma così è troppo. Uno spera sempre che sia l'ultima e invece poi ne arriva sempre un'altra, sempre più forte".