"Alle 14.45 vado dai carabinieri ad autodenunciarmi per 'l'aiuto al suicidio' di Fabo". Lo annuncia Marco Cappato, dell'Associazione Coscioni, sul suo profilo Facebook, confermando così l'intenzione espressa ieri.
"Oggi mi autodenuncio e spero di essere incriminato e di potermi difendere in un processo", ha detto in un'intervista a Radio24 Cappato, il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni che ha accompagnato in Svizzera il dj Fabo per morire. "In Italia è reato l'istigazione al suicidio - ha aggiunto Cappato - ma in questo caso non c'è stata alcuna istigazione".
"Io - ha aggiunto - ho solo aiutato Fabo nella sua decisione: sabato mattina l'ho caricato in macchina con la sua carrozzella e portato in Svizzera". "Ora lo Stato ha due strade: o fare finta di nulla, nel senso che essendosi tutto svolto fuori dall'Italia fa finta di non sapere niente - ha concluso Cappato - oppure incriminarmi e io spero che lo faccia".
Pm Greco, valuteremo autodenuncia Cappato - "Sarà valutata sotto tutti i profili giuridici, compresa la giurisprudenza della Cedu, in materia di diritti" l'autodenuncia di Marco Cappato che ha accompagnato a morire in Svizzera Dj Fabo. Lo ha spiegato il procuratore di Milano Francesco Greco, precisando anche che il fascicolo verrà assegnato, quando arriverà la denuncia, al pm Tiziana Siciliano, che coordina il pool 'ambiente, salute e lavoro'.
Cappato potrebbe rispondere di aiuto al suicidio - Qualora la Procura di Milano decidesse di iscrivere nel registro degli indagati Marco Cappato, l'esponente dei radicali che ieri ha accompagnato in Svizzera dj Fabo a morire e che oggi andrà ad autodenunciarsi, il reato che dovrebbe contestare è "aiuto al suicidio", previsto dall'articolo 580 del codice penale. E' il parere di alcuni magistrati del terzo piano del Palazzo di Giustizia di Milano interpellati sul caso.