Azzerare la decisione "surreale e iniqua" con cui la Corte d'Appello di Milano ha revocato a Veronica Lario, dal marzo 2014, l'appannaggio mensile da 1,4 milioni stabilito in sede di divorzio, con tanto di restituzione all'ex marito di circa 45 milioni o in alternativa riconsiderare la decorrenza della revoca dell'assegno. E' il cuore del ricorso in Cassazione, 76 pagine, depositato dall'avvocato Cristina Morelli, legale dell'ex first lady, nella causa di divorzio da Silvio Berlusconi. La Lario, tramite il suo legale, chiede alla suprema Corte di 'cassare' punto per punto il provvedimento dei giudici di secondo grado. E, come già sostenuto nella causa, ha fatto notare tra l'altro di aver "rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi interamente" alla casa e ai figli. Cosa da cui l'ex premier "avrebbe tratto due vantaggi: potersi dedicare più liberamente e intensamente alle molteplici attività imprenditoriali e costruirsi un'immagine di capo famiglia felice sfruttata in politica".