Nel giorno in cui per il Milan si riaprono le porte dell'Europa League, le Fiamme Gialle, su delega della Procura di Milano, fanno 'visita' al club rossonero e a una serie di advisor che si sono occupati della vendita della società calcistica a Yonghong Li e ora in mano al fondo Eliott e si scopre che l'uomo d'affari cinese e residente a Hong Kong è indagato per false comunicazioni sociali.
E' la svolta nell'indagine aperta dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dal pm Paolo Storari in seguito al rapporto depositato qualche mese fa dalla Gdf che conteneva tre 'sos', ossia "segnalazioni di operazioni sospette".
Ma quel che più conta è che gli inquirenti sono arrivati ipotizzare l'accusa di falso in bilancio a Yonghong Li dopo aver appurato, con tanto di sentenza acquisita, che la Jie Ande, 'cassaforte' indicata tra i suoi principali asset per rilevare il club calcistico per 740 milioni da Fininvest, lo scorso 18 gennaio è stata dichiarata fallita dal Tribunale del popolo di Shenzhen. E che, un mese dopo, il 20 febbraio, il finanziere ha reso dichiarazioni non vere affermando che "la situazione relativa a tutte le mie risorse personali è completamente sana, e sia il Club sia le mie società, stanno lavorando regolarmente" e di essere, quindi, in grado di far fronte agli impegni finanziari richiesti. Oltre a ciò i pm contestano, accanto a una nota integrativa al bilancio del 2016, anche un'altra dichiarazione ritenuta non veritiera e che risala ai metà di gennaio di quest'anno.