"Senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini". E' l'allarme dei 13 sindaci delle città metropolitane contenuto in una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
"Se di ciò non si prende piena e profonda consapevolezza, a farne le spese saranno le Città d'Italia e cioè l'Italia stessa", dicono i sindaci che rivendicano la volontà di "essere protagonisti di questa delicata fase del Paese per evitare che già alle battute iniziali possa risultare compromessa". "Siamo gli unici, tra le istituzioni rappresentative della nostra Repubblica, ad avere un mandato, pieno e diretto, dai cittadini e in virtù di questo abbiamo un legame viscerale con le nostre comunità e i nostri territori -aggiungono- per queste ragioni, Ti chiediamo di avviare con noi un confronto, leale e serrato, sugli aspetti fondamentali della ripartenza: risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio; misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus". "L'Italia ha bisogno di uno sforzo progettuale, di tutti, per rialzarsi e costruire il suo futuro. Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci si rischia di ripartire con il piede sbagliato", conclude la lettera firmata dai sindaci di Bari, Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, Bologna,Firenze, Catania, Venezia, Reggio Calabria, Cagliari.
Il primo cittadino di Bologna Virginio Merola ha detto al Tgr dell'Emilia-Romagna: "Avremo domani un incontro con il presidente del Consiglio Conte in cui chiediamo di comprendere fino in fondo che senza i Comuni, senza il sostegno economico ai Comuni, non si affronta la ripresa economica". "Noi dobbiamo garantire i servizi essenziali e gli investimenti - precisa - Contiamo di intenderci con il presidente Conte perché finora i sindaci si sono dimostrati molto responsabili, malgrado le diverse ordinanze regionali".
Intanto la Regione Sardegna ha scelto la via istituzionale sul certificato sanitario di negatività al Covid-19 che intende chiedere ai turisti in arrivo nell'Isola a partire dal 3 giugno: prima un passaggio in conferenza delle Regioni poi, se ci sarà il via libera, l'approdo venerdì 29 maggio alla Conferenza Stato-Regioni. Un passaggio cruciale per comprendere le intenzioni del Governo. La proposta del governatore Solinas finora è appoggiata solo dalla Sicilia.
In Piemonte si sta delinenado invece l'ipotesi dell''obbligo di mascherina anche all'aperto nei giorni del ponte del 2 giugno, come ha spiegato ai microfoni della trasmissione 'Centocittà' di Radio Rai il governatore Alberto Cirio, ricordando che l'ordinanza attualmente in vigore "prevede già l'obbligo della mascherina all'aperto dove non si può garantire la distanza di sicurezza". "Purtroppo - sottolinea Cirio - quel che abbiamo visto è che la gente tende a non metterla nonostante ci siano luoghi di potenziale assembramento. Bisogna essere tutti più attenti, a iniziare naturalmente dalle istituzioni, e bisogna essere più chiari. Per questo - annuncia - stiamo ragionando con le prefetture di introdurre l'ordinanza che valga nel ponte lungo che va da venerdì a martedì obbligando in tutti i centri abitati a indossare la mascherina anche all'aperto". Fra gli episodi degli ultimi giorni Cirio cita "le serate in cui ci sono stati momenti in cui la gente era vicina senza mascherina" e il passaggio delle Frecce Tricolori a Torino. "Ci sarebbe anche da chiedere - osserva - se forse non si poteva immaginare di fare un altro tipo di evento e non un evento di piazza" e ribadisce di essersi "molto arrabbiato" di fronte alle immagini della folla. Poi una critica alla "comunicazione che è stata data prima dell'evento, quasi come l'annuncio di un concerto, con la gente che è andata a spostarsi nelle piazze dove si poteva vedere il passaggio".
"Giovani e movida a Napoli? Questa è la prova che il lanciafiamme non funziona, se era efficace doveva funzionare sia nella fase 1 che nella fase 2. Noi dobbiamo responsabilizzare le persone. Dobbiamo dire riprendiamo le nostre attività ma dobbiamo stare attenti. Eviterei decisioni che sono punitive in maniera inutile e tendono a colpevolizzare il cittadino". Sono le parole del sindaco di Napoli Luigi de Magistris nel corso di Tg Club Speciale in onda su Teleclubitalia che ne ha diffuso una sintesi. Il sindaco ha ribadito la sua contrarietà alla chiusura anticipata alle 23 di bar, vinerie, baretti imposta dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e ha annunciato che domani "emanerà delibere per consentire l'apertura degli orari "pre-Covid".
"È giusto che si torni a vivere ma in sicurezza, tenendo alta la guardia, il virus non è una cosa passeggera e la mascherina è un problema ma è anche un oggetto che può salvare vite e salute. Le regole le devono rispettare tutti a prescindere dall'età", ha detto a 'Mi manda Raitre', il governatore del Lazio e leader Pd Nicola Zingaretti, aggiungendo: "Sugli assistenti civici decideranno i sindaci, il volontariato è stato già protagonista nel Lazio e noi abbiamo messo fondi per il volontariato per portare ad esempio la spesa agli anziani. Nelle forme giuste la richiesta di volontari è corretta, aiuta".
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel video che ogni giorno posta sulle sue pagine social ha parlato della data del 3 giugno, quando il governo deciderà se anche i lombardi potranno lasciare la loro regione per spostarsi in altre. "Ne abbiamo necessità e voglia, per andare a trovare un parente, per andare al mare o in montagna. Poi stiamo facendo bene i compiti a casa e, per esempio la mia ordinanza di ieri va in questa direzione, cioè cercare di contenere la potenziale diffusione del Covid - ha spiegato il sindaco -. Quello che il governo deciderà noi lo applicheremo, sia chiaro, però chiedo al governo, in particolare l'ho chiesto ieri al ministro Boccia, che non ce lo dicano il giorno prima, e mi sembra anche naturale, perché molti si devono organizzare".
"Mi auguro che si possa riaprire tutti, perché vuol dire che cala il rischio. Bisogna che si prenda una decisione insieme, condivisa. Io mi auguro che possa riaprirsi tutto", sono invece le parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, rispondendo a L'aria che tira su La7 a chi gli chiedeva un parere sulla questione delle riaperture dei confini regionali dal 3 giugno e sul dibattito in corso fra i presidenti delle Regioni.
"Se vogliamo far ripartire l'economia occorre incentivare gli spostamenti nel modo più sicuro ma anche più agevole. Certamente un 'passaporto sanitario' sarebbe burocrazia in più che piomba sul turismo, nessuno ci garantisce che da quando fa l'esame al momento in cui parte una persone non si infetti", ha detto il governatore Giovanni Toti che, nel pomeriggio, aveva detto "sostituiremo il turismo estero con quello dell'Italia del Nord".
Intanto il Consiglio dei ministri è stato convocato per stasera alle 19,30 a Palazzo Chigi. Lo si apprende da fonti di governo.