"Beh, credetemi. Con il cuore io sono là". Fabrizio Piccini, ingegnere, comandante dei vigili del fuoco di Milano, ex comandante dei pompieri di Genova, il 14 agosto 2018 era sulle macerie del Morandi e oggi, a poche ore dall'inaugurazione del "Ponte Genova San Giorgio" che sostituisce il Morandi crollato, ripensa a quella mattina. Era a Voghera ed era il suo primo giorno di vacanza.
Piccini ricorda l' "emozione intensa" che provò quando gli dissero che il Morandi era crollato: "Conoscevo bene quella parte della città; ho pensato alle persone che vivevano sotto quel ponte alle aziende che c'erano". E' stato necessario "ricorrere al bagaglio professionale e all'addestramento di un Vigile del fuoco" per non farsi sopraffare dalle emozioni.
Ricorda, Piccini, quanto "siano stati eccezionali i ragazzi di Genova, non smetterò mai di dirlo". Arrivato di corsa, avevano avviato la macchina operativa. "Nelle prime due ore dall'evento - ha detto Piccini - c'era tutto il comando di Genova concentrato nella zona delle operazioni. In capo a poche ore, poi, c'erano tutti i vigili del fuoco della Liguria. A sera il contingente era di 400 uomini".
Tutti ricordano il lavoro dei pompieri in quei giorni, appesi pericolosamente ai monconi, arrampicati sulle macerie con un unico obbiettivo: le persone. Le persone da salvare e quelle - e sono state 43 - da restituire ai propri cari. Tutto senza un attimo di sosta, tutto sotto gli occhi del mondo inorridito per quello che era successo. Un lavoro che li ha straziati ma che li ha visti con grande professionalità affrontare le sfide più dure. "E quello che ci ha dato forza - ha detto Piccini - è stata la dimostrazione d'affetto della gente. Come dico sempre: se andavi in giro in divisa, a Genova non c'era verso di pagare un caffè".
Nessuno dimentica, ai funerali di Stato, il grande applauso che avvolse i Vigili del fuoco quando entrarono alla Fiera, come fosse un abbraccio gigante. In un momento di strazio così grande, i cittadini hanno voluto far sentir loro tutta l'ammirazione per quello che avevano fatto e che stavano facendo. Hanno fatto sentire tutto l'affetto possibile.
Ci saranno anche loro, per la commemorazione, ai piedi del Ponte Genova-San Giorgio. Ci saranno anche i vigili del fuoco proprio là dove ora c'è la lapide che ricorda nome dopo nome quei 43 morti, come un rosario stampato col fuoco tra le nuove pile di una struttura straordinaria.