Eleonora indossava l'abito da sposa della mamma, Daniele la sua divisa da arbitro. I loro feretri sono stati salutati separatamente, lui a Lecce accompagnato dai tre fischi di fine partita a conclusione del funerale, e lei nel suo paese, Seclì, seguita da un lungo applauso, rose gialle e palloncini bianchi lasciati liberi verso il cielo. Ma a mantenerli uniti tra una città e l'altra il dolore di amici e parenti per le vite spezzate di due giovani che si amavano e che con gioa avevano appena cominciato la loro vita insieme nella casa in cui sono stati invece barbaramente uccisi, non si sa ancora perché e nemmeno da chi. Il funerale di Daniele De Santis, giovane arbitro di lega Pro, si è svolto in tarda mattinata a Lecce, nel duomo, dove l'arcivescovo, mons. Michele Seccia, ha pregato perché l'omicida si costituisca. "La speranza è che si ravveda perché anche Caino non trovava pace", ha detto. La bara del 33enne è arrivata in chiesa passando tra due ali di giovani aspiranti direttori di gara della Sezione leccese di cui faceva parte Daniele. Indossavano una maglietta bianca con l'immagine di Daniele impegnato su un campo e la scritta: "Fai buon viaggio e poi, riposa se puoi ".
Sono stati loro a fischiare tre volte all'uscita del feretro. Erano presenti anche rappresentati dell'associazione arbitri guidati dal presidente Marcello Nicchi. "Per noi è una grande tragedia - ha detto Nicchi - che va ad aggiungersi a tante altre che abbiamo vissuto, e che colpisce il valore principale della nostra associazione, quello della legalità. Siamo vicino alla famiglia e alla sezione di Lecce. Daniele era un esempio. Ad un ragazzo così non si poteva che voler bene". Nel pomeriggio, invece, all'aperto nella piazza di Seclì è stato dato l'ultimo saluto ad Eleonora Manta. "Non te ne puoi andare come una storia di cronaca nera , come un volto sul giornale Elly - ha detto ricordandola una compagna di studi, Marica -. Ti ricordo bella, solare e pura. Volevi diventare magistrato. Ricordo il tuo amore per il diritto e la giustizia . Da quando avevi conosciuto Daniele, l'amore ti aveva reso più bella. Eravate fatti l'uno per l'altra. L'amore che sopravvive alla cattiveria umana". Poi la ragazza ha abbracciato a lungo la mamma di Eleonora, mentre un lungo applauso accompagnava il feretro. Sul dolore e la commozione che ha pervaso le due cerimonie aleggiava l'ombra dell'uomo che con ferocia ha massacrato a coltellate i due giovani. Le indagini continuano nel più stretto riserbo alla ricerca delle sue tracce. Si cerca ancora tra i racconti dei testimoni, le poche immagini che avrebbero immortalato l'assassino e le tracce da lui lasciate durante la fuga. La svolta, che sembrava vicina, ancora non c'è e la verità ancora una speranza.