Allarme di Ricciardi sul tracciamento. 'Le asl non sono più in grado di tracciare i contagi, la strategia di contenimento del virus non sta funzionando. La situazione è molto grave, le regioni stanno andando verso la perdita del controllo dei contagi'. Ricciardi indica alcuni punti su cui si riflette: chiusure mirate nelle regioni dove l'indice di contagio è superiore a 1, per punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi non essenziali, mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese. Arcuri accusa le Regioni: 'prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive'.
Allarme anestetisti - In dieci Regioni la tenuta delle terapie intensive è particolarmente a rischio, si è vicini alla soglia massima fissata dal ministero della Salute del 30% di posti dedicati a malati Covid occupati. Ma è allerta in tutte le Regioni: "si rischia, nel breve termine, una saturazione dei posti Covid se il trend dei contagi non si modificherà". Il quadro arriva dal presidente nazionale degli anestesisti, Alessandro Vergallo, che parla di un ritorno della pressione, con la paura che si possa tornare alla situazione drammatica della prima fase epidemica.
Medici di base a cittadini, giunto momento per autolockdown - "E' giunto il momento che i cittadini considerino la necessità di un autolockdown per limitare al massimo il rischio di contagio a fronte dei numeri in preoccupante crescita". E' l'appello lanciato alla popolazione da Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). Ovviamente, chiarisce all'ANSA, "vanno preservate le attività lavorative ma tutto il resto, ciò che non è cioè necessario, in questo momento deve essere sacrificato in nome della salute pubblica".