Niente lockdown per la scuola. Il governo lo ripete come un mantra anche se i governatori si muovono in ordine sparso, con fughe in avanti. Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio difende a spada tratta la scelta di Lucia Azzolina di preservare l'istruzione dalla chiusura: "In questi mesi - spiega - ho visto e letto tante polemiche ad esempio sulla scuola, uno dei comparti che invece sta reagendo meglio e trovo assurda la campagna politica fatta contro la ministra". Il premier Giuseppe Conte, che ha sempre definito l'istruzione "un asset fondamentale", è tornato a parlare: "Bisogna evitare la chiusura delle scuole". E la stessa ministra dell'Istruzione mette in guardia: "Bisogna lavorare nell'interesse dei ragazzi, l'assenza da scuola avrebbe conseguenze drammatiche per il loro futuro". Una linea che trova d'accordo anche i presidi che col presidente dell'Anp, Antonello Giannelli sottolineano come "la didattica in presenza sia da preservare il più possibile".
Intanto in tutto il Paese gli studenti hanno protestato con scioperi dalle lezioni e flashmob per chiedere scuole aperte e sicure. "Il problema del contagio non sono le scuole, ma come è stata organizzata la riapertura - sostiene Alessandro Personè dell'Unione degli Studenti - Durante i mesi estivi non si è lavorato abbastanza per potenziare le corse dei trasporti, costruire nuove aule contro le classi pollaio e garantire l'organico necessario. Ora stiamo scontando un piano di riapertura che non ha dato risposte ai problemi che ogni giorno stiamo vivendo". Convinta dell'importanza di non rinunciare alla scuola è da sempre la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: "La scuola deve essere l'ultima a chiudere, senza se e senza ma" e "se ci sono delle criticità la risposta non può essere la chiusura delle scuola" deve essere invece "mettiamoci intorno ad un tavolo nel più breve tempo possibile e riorganizziamo i trasporti locali perchè le scuole rimangano aperte".