Spunta il nome del responsabile dell'area sportiva della Juventus Fabio Paratici nell'indagine sull'esame "farsa" sostenuto da Luis Suarez all'Università per Stranieri di Perugia per certificare la conoscenza della lingua italiana, "indispensabile" per ottenere la cittadinanza italiana. False informazioni a pubblico ministero il reato ipotizzato a suo carico in un'informazione di garanzia. Dagli accertamenti condotti dalla guardia di finanza, coordinata dalla Procura guidata da Raffaele Cantone, emerge anche che il dirigente bianconero contattò il ministro dei Trasporti Paola de Micheli, sua amica di infanzia, "per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana" nei confronti del calciatore per un periodo nel mirino della società. Secondo gli inquirenti l'esponente governativa diede al dirigente il contatto del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi, come lei stessa "ha ammesso".
Rivendica la chiarezza del suo agire anche De Micheli alla quale nessun addebito è stato comunque contestato, come ribadito anche in ambienti giudiziari. "Come dichiarato anche ai magistrati in qualità di personale informata sui fatti - ha spiegato la stessa ministra -, lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città, mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Alberto Suárez Díaz. Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez. Ogni racconto differente da questi fatti è pura strumentalizzazione che non corrisponde a quanto accaduto realmente, dal momento che non ho nulla a che fare con la procedura d'esame d'italiano di Suarez, oggetto dell'inchiesta".
Indagine nella quale ben più pesante si fa invece la situazione per i vertici dell'Ateneo umbro. La misura cautelare interdittiva della sospensione per otto mesi dall'esercizio del pubblico ufficio è stata infatti disposta dal gip per la rettrice dell'Università per Stranieri di Perugia Giuliana Grego Bolli, per il direttore generale Simone Olivieri, per la professoressa Stefania Spina e per il componente della commissione "Celi Immigrati", prof. Lorenzo Rocca. Ipotizzati la violazione del segreto d'ufficio finalizzata all'indebito profitto patrimoniale e falsità ideologiche in atti pubblici.
Il giudice ha evidenziato "il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l'istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento". Dall'indagine è tra l'altro emerso che i contenuti della prova d'esame di Suarez erano stati "preventivamente comunicati" al calciatore, "giungendo a predeterminare l'esito ed il punteggio, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l'Università".