Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato un "cauto" piano graduale in quattro fasi per l'uscita del Paese dal lockdown: con la riapertura delle scuole l'8 marzo e qualche limitatissimo allentamento delle restrizioni sociali fra l'8 e il 29; seguite da alleggerimenti più estesi il 12 aprile, il 17 maggio e un previsto superamento generale delle misure il 21 giugno. Johnson ha evocato "i successi" nella campagna dei vaccini come una spinta a riaprire, ma ha indicato pure 4 condizioni sul contenimento della pandemia e della varianti che andranno verificate prima di ogni tappa affinché "i cambiamenti siano irreversibili".
Johnson ha avvertito che "la minaccia resta significativa" malgrado i "successi" nella campagna dei vaccini, aggiungendo che nessun vaccino può del resto essere efficace "al 100%" e che inevitabilmente alleggerire il lockdown significherà avere "purtroppo più contagi, più ricoveri e più morti". "Sono pronto ad assumere il rischio" perché "non possiamo proseguire indefinitamente con restrizioni che" colpiscono l'economia, la vita delle persone e la loro salute mentale; ma bisogna essere "cauti" affinché "i cambiamenti siano irreversibili", ha detto.
Il premier Tory ha quindi indicato una serie di tappe successive all'8 marzo, con il ritorno dei contatti sociali fra un massimo di 6 persone fissato per il 29 marzo assieme all'autorizzazione a praticare sport come tennis, golf o calcio all'aperto; un più vasto alleggerimento delle limitazioni (esteso fra l'altro al servizio all'aperto di pub e ristoranti, alla riapertura di parrucchieri, musei, biblioteche, palestre e piscine) dal 12 aprile; un ulteriore allentamento dal 17 maggio (incluso il parziale via libera a pub e ristoranti indoor); e in ultimo la fine delle limitazioni nei contatti interpersonali e la ripresa anche dei locali notturni dal 21 giugno.
Tutti passaggi condizionati comunque dall'andamento dei dati su quattro elementi cruciali: i progressi ulteriori sulle vaccinazioni anti Covid, il calo persistente di casi e decessi, il contenimento dell'indice Rt di diffusione dell'infezione entro una soglia che non comporti rischi di sovraffollamento degli ospedali, il contenimento di nuove varianti minacciose del virus analoghe o peggiori rispetto alla 'variante inglese'. E con la consapevolezza, peraltro, che anche in un futuro a lungo termine "non c'è una strada credibile verso una Gran Bretagna a zero Covid, come non c'è verso un mondo a zero Covid".