"Siamo condannati a morte certa".
È il grido di dolore delle partite Iva che hanno manifestato a
Torino, davanti all'Agenzia delle Entrare. Un'iniziativa
organizzata dalle sigle PIL-Partite Iva Libere Piemonte,
FIPI-Futuro Italiano Partite Iva, Movimento Nazionale Italiano e
Amici d'Italia."
"Vogliamo indennità e indennizzi - chiedono i manifestanti -
oltre gli stralci e saldi delle cartelle. È impossibile
continuare a pagare le rate delle cartelle. Bisogna congelare i
pagamenti, tenendo conto della nostra situazione. Ci troviamo
davanti ogni giorno alla scelta se mangiare o pagare".
"Ormai è da un anno che subiamo solo misure restrittive e
chiusure, con gravissimo danno alle nostre già precarie attività
e condizioni economiche - osserva Beba Pucciatti, presidente di
Fipi, associazione che conta oltre 2.600 partite Iva. "Non serve
a nulla sospendere i termini di riscossione delle cartelle
esattoriali senza che vengano congelati gli interessi".
C'è chi ha dovuto chiudere l'attività, come una barista che
aveva il locale in corso Duca degli Abruzzi: "Non sono riuscita
ad andare avanti, con tutte queste chiusure non riuscivo a
pagare l'affitto", racconta. La manifestazione torinese si è
svolta in contemporanea con altre città italiane. "Ho cantieri
bloccati - sottolinea Enzo Macrì, ingegnere di 57 anni - come
credono che si possa andare avanti in questa maniera?".
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