"Non ho studiato il ddl Zan proprio per non essere chiamato a dare un parere concreto sulle norme. Ma sicuramente una qualche normativa è opportuna". Alla riunione straordinaria della Corte costituzionale, il presidente Giancarlo Coraggio ha toccato anche il tema di una legge sull'omofobia.
Coraggio ha aperto la sua relazione sull'attività del 2020 parlando della reazione dei cittadini e delle istituzioni all'emergenza Covid ed esprimendo "la sentita partecipazione al lutto di quanti hanno sofferto la perdita dei loro cari". Ad ascoltarlo c'erano il capo dello Stato Sergio Mattarella, i presidenti delle Camere Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il premier Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che è stata la prima donna presidente della Corte costituzionale.
"La pandemia è stata una prova difficile per il nostro Paese, che - ha aggiunto - tuttavia ha dato grande dimostrazione di sé. I cittadini, sfatando luoghi comuni duri a morire, hanno saputo accettare i pesanti ma inevitabili sacrifici dei loro diritti con un senso civico diffuso e consapevole. E anche le istituzioni, pur con un certo affanno delle strutture sanitarie, hanno trovato la forza e la capacità di far fronte a questo evento drammatico e inusitato".
Anche la Corte costituzionale durante la pandemia non si è mai fermata. "L'ampio ed efficace utilizzo dei sistemi informatici ha consentito la ininterrotta prosecuzione delle udienze e delle camere di consiglio, con la partecipazione da remoto sia dei giudici che delle parti. Un salto di qualità imposto dall'emergenza che ci ha sollecitato a portare avanti con determinazione l'introduzione del processo telematico, nonché ad utilizzare in larga misura strumenti di comunicazione vecchi e nuovi". Proprio grazie alla piena operatività della Corte, non solo il numero di decisioni è stato "sostanzialmente analogo a quello dell'anno precedente, e in linea con quello degli ultimi cinque", ma si sono "anche ridotti i tempi di conclusione dei giudizi, scesi, per quelli incidentali, da circa un anno ad otto mesi". Tutto ciò ha comportato "la riduzione delle stesse pendenze".
Nella Sanità, servizio nazionale ma a gestione regionale, serve "un esercizio forte, da parte dello Stato, del potere di coordinamento e di correzione delle inefficienze regionali: il suo esercizio inadeguato non solo comporta rischi di disomogeneità, ma può ledere gli stessi livelli essenziali delle prestazioni - ha notato - Il problema si è riproposto con la pandemia, nonostante la competenza esclusiva dello Stato sulla profilassi internazionale che avrebbe dovuto garantire "unitarietà di azione e di disciplina".
Serve "leale collaborazione" tra Stato e Regioni "nelle materie di interesse comune o in ambiti posti al crocevia di una pluralità di competenze" - ha auspicato il presidente della Corte costituzionale, di fronte a un contenzioso tra Stato e Regioni che resta "ancora elevato". Un nodo che affonda le sue radici nella revisione del titolo V della Costituzione, "i cui problemi applicativi non si possono dire ancora risolti" e che richiede anche di "apprestare più efficaci meccanismi di prevenzione e risoluzione dei conflitti".
Sugli ex terroristi che si trovano in Francia, Coraggio ha affermato: "Non si puo istituzionalizzare il diritto alla fuga e di sottrarsi alla pena che è stata irrogata in un processo giusto e corretto condotto da giudici indipendenti. Questi signori devono essere soggetti ai principi della nostra Costitituzione che non è ispirata alla vendetta, ma alla rieducazione".
Sull'ergastolo ostativo, che impedisce la concessione della liberazione condizionale ai mafiosi se non collaborano, "la Corte ha fatto lo sforzo di bilanciare i valori in gioco: garantire la conservazione dell'istituto della collaborazione che è fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, ma insieme affermare l'improcrastinabile necessità di prevedere un fine pena anche per l'ergastolo. E' un dovere perché si tratta di rispettare la funzione rieducativa della pena che altrimenti non avrebbe senso".
Tra le istituzioni che hanno saputo reagire alla pandemia c'è la scuola, "che, con l'insegnamento a distanza (una soluzione certo emergenziale ma accettata con spirito di sacrificio da docenti e alunni), è stata comunque in grado di assicurare, nei limiti del possibile, la vitale prosecuzione dell'istruzione, anche se si sono purtroppo manifestate gravi diseguaglianze economiche e territoriali", ha sottolineato Coraggio nella sua relazione sull'attività della Consulta nell'anno passato.