"Abbiamo scelto il rito
ordinario perché siamo sicuri dell'innocenza della nostra
assistita, riusciremo a smontare l'accusa, perché è vero che c'è
un dovere di vigilanza ma è vero anche che in alcuni casi
possono verificarsi situazioni imponderabili e imprevedibili".
Lo ha spiegato ai cronisti l'avvocato Luigi Iemma, che col
collega Michele Sarno, assiste la maestra imputata per omicidio
colposo per la morte del bambino di 5 anni e mezzo precipitato
nell'ottobre del 2019 nella tromba delle scale della scuola
primaria Pirelli di Milano.
Oggi, dopo che un'altra insegnante è stata già condannata a
un anno con rito abbreviato e una bidella ha patteggiato 2 anni,
si è aperto davanti all'undicesima penale di Milano il processo
a carico della terza imputata, insegnante di sostegno, presente
in aula. Il bimbo che si era allontanato per andare in bagno,
quel 10 ottobre di due anni fa, precipitò per una decina di
metri e morì dopo quattro giorni in ospedale per via delle
ferite riportate nella caduta.
La maestra, così come la collega già condannata, è accusata
di avere "omesso la dovuta vigilanza sul bambino" avendogli
consentito di "recarsi ai servizi igienici fuori dall'orario
programmato" e violando così il regolamento dell'istituto e la
direttiva della scuola avente ad oggetto la vigilanza sugli
alunni.
Nella prossima udienza, fissata per il 26 ottobre, saranno in
aula i primi testi dell'accusa (21 i testimoni in totale) citati
dal pm Letizia Mocciaro, titolare dell'inchiesta. I familiari
del bimbo sono parti civili con l'avvocato Giuseppe Sassi.
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