Ancora bloccate le prenotazioni per il vaccino nel Lazio per l'attacco hacker che da ieri ha colpito i sistemi informatici della Regione e che sarebbe partito dall'estero.
La campagna di vaccinazione nel Lazio prosegue nonostante l'attacco hacker. Fino ad ora sono prenotati fino al 13 agosto oltre 500mila cittadini che possono recarsi nei centri di somministrazione nella data e nell'orario già indicato. "Sono in corso tutte le attività di verifica tecnica per ripristinare l'operatività dei sistemi in totale sicurezza. I tecnici sono al lavoro anche per riattivare in sicurezza le nuove prenotazioni, nessun dato sanitario è stato trafugato", ha assicurato l'assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. "Sono pienamente funzionanti i sistemi informativi della rete di emergenza urgenza Numero Unico 112 e 118. Operativi anche tutti i sistemi delle reti tempo-dipendenti e il sistema ospedaliero SIO e il SIES. Operativo il sistema trasfusionale", ha riferito anche D'Amato.
Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, in conferenza stampa ha spiegato: "non conosciamo la matrice dell'attacco e tutte le ipotesi sulla matrice sono al vaglio degli investigatori". Ha poi aggiunto che "la definizione (dell'attacco, ndr) non è dato saperla".
Preso di mira il Ced della Regione Lazio e disattivato anche quelli del portale Salute Lazio e della rete vaccinale. È il primo tassello degli accertamenti che la polizia postale sta svolgendo in coordinamento con la Procura di Roma. Al momento non è stata ancora circoscritta l'area geografica da cui sono partiti i malware che hanno infettato i server regionali.
"Stiamo difendendo in queste ore la nostra comunità da questi attacchi di stampo terroristico. Il Lazio è vittima di un'offensiva criminosa, la più grave mai avvenuta sul nostro territorio nazionale", ha detto Zingaretti. "Gli attacchi sono ancora in corso. La situazione è molto seria e molto grave", ha spiegato Zingaretti dicendo che nella notte c'è stato un altro attacco ma è stato respinto sena ulteriori danni.
"I dati finanziari e i dati del bilancio non sono stati toccati. Appena tutto sarà ripristinato intendiamo dare priorità assoluta a servizi nel campo della salute. 112 e ares 118 sono attivi e non sono mai stati interrotti così come i numeri della sala operativa della protezione civile", ha detto ancora il presidente della Regione Lazio. Inoltre - è stato specificato - non ci sono state ripercussioni sui ricoveri né sugli interventi di natura chirurgica.
"Sono stati bloccati quasi tutti i file del Ced", ha detto Zingaretti. Alla conferenza stampa i tecnici hanno aggiunto: "è stato colpito quasi tutto il mondo virtuale delle nostre installazioni".
"Non è stata formalizzata alcuna richiesta di riscatto rispetto a quanto è avvenuto", ha detto ancora Zingaretti in merito alle notizie che erano emerse nelle ultime ore riguardo ad una richiesta di riscatto da parte dei pirati informatici.
LA CONFERENZA STAMPA
"Tutti i protocolli di sicurezza da parte delle figure professionali e dei sistemisti sono stati rispettati. Non c'è stato nessun tipo di alleggerimento. Come gli hacker siano entrati in possesso di credenziali per avere privilegi è motivo di indagini", così i tecnici della Regione Lazio in merito alla modalità con cui gli hacker si sono infiltrati nel sistema per sferrare un attacco informatico al Ced della Regione.
"Siamo in contatto con il Commissario Figliuolo, la struttura sta lavorando al nostro fianco per garantire comunque il rilascio del green pass, che continua ad essere erogato ai vaccinati nel Lazio. Il servizio continua senza blocchi, anche se con qualche ora di ritardo", ha insistito Zingaretti in merito all'attacco hacker subito dal Ced regionale.
Al momento "non c'è evidenza che siano stati presi i dati sanitari delle persone", ha detto il capo della Polizia Postale Nunzia Ciardi sottolineando che questi si trovavano su un server diverso rispetto a quello attaccato dagli hacker. "Stiamo facendo una serie di acquisizioni, siamo alle prime battute - aggiunge - ovvio che il problema assume dei contorni di estrema delicatezza perché tocca aspetti sanitari che, in pandemia, hanno un impatto choccante". Ciardi non è sorpresa. "Era solo questione di tempo. Serve massima attenzione per la cybersicurezza, in società digitalizzate come le nostre il rischio è altissimo".