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Bce: "Con l'inflazione alta, cresce il gap tra ricchi e poveri"

Le famiglie prevedono una frenata dei redditi, ma la spesa costante

L'alta inflazione, concentrata su energia ed alimentari, in Europa sta provocando una frattura fra classi di reddito. Il differenziale nell'impatto fra le fasce di reddito più povera e più benestante ha toccato i massimi dal 2006. Si spiega così "il rialzo del numero delle famiglie che si aspettano di dover pagare in ritardo le bollette". Lo rileva uno studio della Bce sulla base della Consumers Expectations Survey.

Di fronte allo stesso aumento di spesa energetica, spiega il rapporto, "la riduzione dei risparmi nelle famiglie del quintile di redditi più basso è oltre cinque-sei volte quella delle famiglie nel quintile più alto". I nuclei europei hanno ridotto drasticamente le aspettative di crescita dei propri redditi nei prossimi 12 mesi, pur di fronte a previsioni di spesa rimaste invariate. "Le famiglie si aspettano che la crescita nominale dei redditi sia dello 0,6% nei prossimi 12 mesi, contro l'1% di agosto", con un declino più marcato nella fascia d'età 55-70 anni e sui redditi medi. - afferma il rapporto trimestrale - "Le aspettative di crescita della spesa nominale restano invariate al 4,5%", ma più basse per la fascia dei giovani (18-34 anni).

"La Bce ha detto che proseguirà con l'aumento del costo del denaro e il tasso base potrebbe arrivare, secondo le nostre previsioni, al 4% già nei primi mesi del 2023, vuol dire il doppio del livello attuale. Ci saranno quindi conseguenze negative per famiglie e imprese: rate più alte per chi ha già un prestito a tasso variabile, nuovi mutui più cari, accesso più difficile al credito anche a motivo dell' inasprimento delle regole di Basilea 3 che vede contrapposte l'Unione europea, favorevole a un ammorbidimento, e la Bce, più rigida". Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Mattino Cinque in onda su Canale 5. "I tassi di interesse stanno aumentando, ma gli italiani, soprattutto i giovani, non devono rinunciare al sogno di una vita, l'acquisto della casa, o rimandarlo, perché l'acquisto di una casa resta sempre un investimento e chiedere un mutuo, anche se a un tasso più alto, non vuol dire sbagliare. Oggi i tassi di interesse sono aumentati e la rata più alta rispetto a quella che sarebbe stata, per esempio, un anno fa. In ogni caso, esiste sempre una via di uscita futura - quando i tassi saranno più bassi - che è la surroga cioè lo spostamento del contratto di mutuo da una banca a un'altra, a condizioni più vantaggiose" ha osservato il segretario generale della Fabi. "Chi oggi ha un mutuo a tasso variabile può valutare di passare al fisso. Ma bisogna valutare caso per caso. A esempio, per chi ha già pagato la maggior parte degli interessi, e quindi è più vicino alla fine del rimborso totale, non conviene cambiare. Invece, se il mutuo è stato preso da poco tempo, allora passare al tasso fisso (surroga con altra banca o rinegoziazione interna) potrebbe portare un vantaggio. In generale, rivolgersi a più banche, in concorrenza fra loro, è la regola fondamentale e andare nelle filali aiuta a fare scelte consapevoli" ha aggiunto Sileoni

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