C’è una legge, tuttora in vigore, che ha segnato la storia e la salute degli italiani e oggi compie 20 anni. È la norma 3 del 2003, nota anche come “legge Sirchia”, dal nome dell’allora ministro della salute Girolamo Sirchia, tecnico del secondo Governo Berlusconi. Io sono Teresa Carbone vi racconto, in questo anniversario, come venne accolta vent’anni fa la legge e cosa ne resta oggi. Il provvedimento riguarda la “Tutela della salute dei non fumatori” ed è entrato in vigore il 10 gennaio del 2005.
Ma come stanno le cose a venti anni di distanza dall’entrata in vigore della legge? Il numero dei fumatori è crollato? Le patologie correlate al fumo, prima tra tutte il tumore al polmone, sono scomparse? Si è giunti al cosiddetto endgame, cioè l’abbandono definitivo del fumo in Italia? No, non è andata così.
Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità diffusi quest’anno, quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal lontano 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione si è assistito nel 2022 ad un incremento di 2 punti percentuali: dal 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica ad oltre il 24%.
E per quanto riguarda l’endgame ovvero l’eliminazione dell’epidemia di fumo di tabacco in Italia a che punto siamo? Nel lontano 2014, 24 società scientifiche di sanità pubblica hanno dato vita a un Manifesto che sollecitava lo Stato italiano ad impegnarsi in una strategia a lungo termine di “fine corsa” per il tabacco in Italia, in grado di portare la prevalenza di fumatori al di sotto del 5% nell’arco di 20-25 anni.
Alcune nazioni hanno già fissato la data dell’endgame: la Nuova Zelanda e l’Irlanda nel 2025, la Scozia nel 2034, la Finlandia nel 2040. Altri stati si stanno muovendo in questa direzione come Australia, Uruguay e Canada. E l’Italia? Dalla graduatoria delle politiche per il controllo del tabacco in Europa emerge che l’Italia – al 18mo posto su 37 Paesi – dopo essersi posta all’avanguardia proprio con la legge Sirchia, da allora non ha fatto progressi sostanziali. Per questo il laconico commento dei curatori del rapporto è stato: “Nessuna vera novità da segnalare dal 2005 se non che in Italia la lobby dei tabacchi è molto attiva”