(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Nato a Pescara nel 1967, ma residente
nel quartiere San Salvario di Torino, Alfredo Cospito è ritenuto
uno degli elementi di spicco del mondo anarchico torinese. Il
suo nome compare nelle inchieste sul mondo
dell'insurrezionalismo già nel 1996. Redattore del foglio
anarchico rivoluzionario Kn03 (la formula chimica del nitrato di
potassio, uno degli elementi per creare un fumogeno), che non
circola più dal 2008, con la compagna Anna Beniamino - detenuta
nel carcere romano di Rebibbia - ha creato un gruppo che proprio
da quella pubblicazione prendeva il nome. Dagli investigatori è
considerato uno dei leader della Fai, la Federazione anarchica
informale, movimento composto da vari gruppi dediti
all'intimidazione armata rivoluzionaria e ritenuto dagli
inquirenti un associazione per delinquere con finalità di
terrorismo.
Cospito è in carcere già da 10 anni per la gambizzazione, nel
2012, dell'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto
Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con
una lettera inviata al Corriere della Sera. Cospito venne
arrestato quasi subito con il suo complice ed amico, Nicola Gai,
che è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in
appello. Mentre era in carcere, Cospito è stato accusato anche
dell'attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano,
in provincia di Cuneo. Due ordigni erano stati piazzati
all'interno di due cassonetti all'ingresso dello stabile senza
però causare né morti né feriti. Per quell'atto è stato
condannato dalla corte d'appello a 20 anni di reclusione con
l'accusa di strage. Sedici anni e sei mesi per la compagna
Beniamino. La Cassazione, invece, ha ritenuto si trattasse di
strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la
pena dell'ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di
alcun beneficio. Lo scorso dicembre la corte d'Assise d'appello
di Torino ha sollevato una questione di legittimità
costituzionale e ha disposto la trasmissione degli atti alla
Consulta.
Cospito è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura
disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in
sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a
peggiorare di giorno in giorno. Lo scorso dicembre il Tribunale
di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai suoi
difensori contro il regime di carcere duro. Una decisione contro
la quale i legali hanno fatto appello in Cassazione che
inizialmente aveva fissato l'udienza ad aprile, poi anticipata
al 7 marzo. Un'istanza poi è stata presentata dalla Difesa al
ministro Nordio. (ANSA).