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Dai No Tav ai collettivi, chi sono gli antagonisti in Italia

Alcune migliaia attivi, scontri piazza e richiamo anarchico

L'offensiva in Italia e all'estero legata al caso Cospito ha confermato il ruolo di primo piano degli anarchici nell'ambito dell'eversione interna, come sottolineato costantemente dalle analisi di intelligence e Antiterrorismo. C'è tuttavia un attento monitoraggio sul variegato mondo dell'antagonismo per le possibili convergenze con i militanti della A cerchiata.

E l'escalation di azioni eclatanti di queste settimane potrebbe costituire un fattore di attrazione per i tanti gruppi accomunati da pulsioni anti-sistema. Non a caso nelle manifestazioni e cortei per Cospito in diverse città si sono visti anche giovani legati a collettivi universitari e centri sociali.

Con il centrodestra tornato al Governo, gli apparati di sicurezza hanno riscontrato tentativi di rilancio delle istanze antifasciste. A cominciare dagli scontri alla Sapienza di Roma nell'ottobre scorso, quando i collettivi studenteschi hanno impedito lo svolgimento di un convegno organizzato da Azione Universitaria, sigla di destra. La conflittualità sociale si manifesta frequentemente negli scontri di piazza, con tentativi di far salire il tono della protesta e spingere allo scontro con le forze dell'ordine.

Accanto all'antifascismo, c'è il tema della lotta alla repressione e alle carceri ad accomunare antagonisti ed anarchici, così come l'ambientalismo radicale e l'opposizione ad opere pubbliche come il Tav ed il Muos in Sicilia. New entry, poi, la protesta ad alto impatto mediatico, ma non violenta, messa in scena da Extinction Rebellion.

I centri sociali, con in prima fila Askatasuna a Torino, che fa riferimento all'area dell'autonomia, attivo in particolare nelle proteste No Tav, continuano le loro lotte storiche. Il 26 gennaio scorso il centro sociale torinese è stato perquisito dallla Digos e 36 attivisti sono stati denunciati. Le occupazioni studentesche sono riprese con un certo vigore, i movimenti per la casa non hanno perso vigore.

Si tratta di aree - complessivamente alcune migliaia di persone attive principalmente nelle aree metropolitane - potenzialmente sensibili al richiamo anarchico che ha però una sua vocazione ed una tradizione legata allo spontaneismo di singoli e gruppi di affinità, difficilmente inquadrabili in movimenti organizzati e con gerarchie come quelli studenteschi e della tradizione marxista-leninista. Soprattutto le cellule della Federazione anarchica informale sono rigidamente compartimentate e poco permeabili dall'esterno.
   

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