Un lungo digiuno senza il supporto di nutrienti è una condizione "preoccupante", nella quale l'organismo finisce per erodere le sue riserve fino a non riuscire a mantenere le sue funzioni vitali e allo scompenso: è questa, molto probabilmente, la situazione che sta vivendo Alfredo Cospito, secondo l'esperto di nutrizione Lorenzo Maria Donini, responsabile dell'Unità di ricerca di Scienza dell'alimentazione dell'Università Sapienza di Roma. "Stupisce questa durata di oltre cento giorni di digiuno", osserva l'esperto, considerando che "cento giorni di digiuno sono molti per immaginare una sopravvivenza: per poter valutare la situazione particolare di Cospito bisognerebbe conoscere le sue condizioni nel momento in cui ha iniziato il digiuno, il suo stato di salute generale e quali integratori abbia utilizzato".
In generale, è possibile ricostruire le diverse fasi con cui l'organismo risponde al digiuno. "Certo è - osserva Donini - che il digiuno comporta una prima fase relativamente accettabile, nella quale si utilizzano tutte le riserve energetiche dell'organismo a disposizione" e la prima ad essere consumata è la massa grassa. Dopo questa prima fase, "si comincia a intaccare la massa magra, ossia i muscoli e gli organi", e "sappiamo che quando le riserve energetiche utilizzate non provengono più dal tessuto adiposo cominciano i problemi: gli organi cominciano a indebolirsi, compreso il cuore", aggiunge l'esperto. "La priorità per l'organismo è ricavare energia e si cominciano a liberare gli aminoacidi dai muscoli e dagli organi e dai diversi apparati", dice ancora Donini. Le conseguenze "che preoccupano di più - prosegue - riguardano il muscolo cardiaco e i muscoli respiratori, che svolgono funzioni fondamentali per la sopravvivenza. Vengono inoltre danneggiati il sistema nervoso centrale e il fegato, ma non sono questi gli organi che per primi si scompensano". Un lungo digiuno significa anche carenza di elettroliti, come sodio, potassio e fosforo: "micronutrienti come questi non arrivano più e le riserve di queste sostanze nell'organismo sono poche". Per questo, ha detto ancora l'esperto, "gli integratori alimentari possono aiutare".
Va inoltre tenuto conto che, con l'aumentare dell'età, un digiuno prolungato "è uno stress non Indifferente" e, alla luce della sua esperienza con persone anoressiche, Donini osserva che "persone che rifiutano il cibo anche parzialmente, dopo pochi giorni di digiuno totale destano preoccupazione". In generale, ha aggiunto, "è impossibile dire quanto si possa resistere" a un digiuno prolungato e senza integratori: "i tempi possono essere diversi in funzione di quelle che sono le condizioni di partenza e della parziale alimentazione". E' infine importante precisare che è corretto parlare di nutrizione artificiale e non di alimentazione forzata. "La nutrizione artificiale si basa sulla somministrazione di nutrienti, come aminoacidi, per via artificiale, tramite una sonda nasogastrica o per via venosa, a seconda dalle condizioni" Aimentazione forzata, conclude Donini, " è un'espressione fuorviante che crea problemi perché esce dal terreno della medicina per entrare in quello dell'etica" con tutto ciò che ne consegue.