La premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, saranno sentiti il prossimo 3 aprile dal gup di Roma nell'ambito della vicenda di Giulio Regeni. I due dovranno riferire in merito alla disponibilità a collaborare con le autorità italiane espressa dal presidente egiziano Al Sisi nelle scorse settimane. La richiesta è stata avanzata dal legale dei genitori di Regeni, Alessandra Ballerini.
Nel corso dell'udienza il procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco, ha affermato che le ricerche dei quattro 007 egiziani, affidate ai carabinieri del Ros e agli uomini della Digos, per notificargli gli atti del processo non hanno portato a risultati. Da parte delle autorità Cairo, ha aggiunto, non è arrivato nessun tipo di contributo. Il rappresentante dell'accusa ha inoltre depositato le motivazioni delle sentenza con cui Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro lo stop al procedimento. Si tratta di una sentenza "che va a incidere sul prosieguo di questa faticosa udienza e che adesso andrà letta alla luce del nuovo quadro normativo introdotto con l'entrata in vigore della riforma Cartabia", ha aggiunto Colaiocco.
A piazzale Clodio sit in a sostegno dei familiari presenti anche gli attori Valerio Mastandrea e Pif. "Ognuno vive come vuole propria popolarità, crediamo che bisogna prendere posizione sempre" hanno detto i due artisti. "Siamo stati accanto alla famiglia Regeni sin dal primo giorno e oggi siamo qui per farli sentire meno soli", hanno aggiunto. Fuori la cittadella giudiziaria anche i rappresentanti della Fnsi.
"Parlando con l'Egitto non abbiamo messo in un cassetto la questione Regeni. Vogliamo la verità e che il processo vada avanti, ma dobbiamo interloquire con un attore cruciale per la stabilità della regione", ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante una lectio magistralis alla terza edizione del Luiss Diplomatic Forum all'università Luiss di Roma.
"A noi piacerebbe anche sottolineare che quello che è successo a Giulio non è un affare di famiglia, perché un Paese che non riesce a fare giustizia su quello che è successo a Giulio diventa un paese che non dà sicurezza ai propri cittadini", ha detto la mamma di Giulio Regeni, Paola Deffendi, in un'intervista nella puntata de "Il Cavallo e la Torre".