(ANSAmed) - BEIRUT, 16 MAR - Per la prima volta dall'inizio
dell'inchiesta libanese sui suoi presunti illeciti finanziari il
governatore della Banca centrale libanese, Riad Salame, si è
presentato di fronte ai giudici al palazzo di giustizia di
Beirut per essere ascoltato in un'aula dove, tra gli altri, sono
presenti giudici di alcuni paesi europei dove sono in corso
procedimenti giudiziari contro lo stesso governatore.
L'agenzia governativa libanese di notizie Nna ha riferito
dell'arrivo di Salame al palazzo di giustizia, circondato da un
fitto apparato di polizia e sicurezza.
L'udienza si svolge nel già teso contesto socio-economico
libanese, segnato da periodiche contestazioni popolari nei
confronti di Salame e di altri esponenti dell'oligarchia
politica, accusata da più parti di essere responsabile del crack
finanziario del paese palesatosi alla fine del 2019.
Al centro delle indagini ci sono i presunti illeciti
commessi dal governatore, in carica da trent'anni, da suo
fratello Raja e da alcuni suoi collaboratori.
Salame e i suoi presunti complici sono accusati di
appropriazione indebita di fondi pubblici libanesi dirottati sin
dai primi anni 2000 in depositi bancari in Svizzera e in altri
paesi europei tramite società di intermediazione con conti
correnti off-shore.
Salame, il cui mandato scade formalmente il prossimo maggio,
è indagato per questi e altri presunti illeciti finanziari anche
in Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Lussemburgo e
Lichtenstein.
Finora tutti gli esponenti istituzionali libanesi hanno
assicurato, di fatto, la protezione politica di Salame di fronte
alle montanti pressioni di alcuni organi giudiziari libanesi.
(ANSAmed).