Il Papa, nel discorso consegnato ai rifugiati arrivati in Italia con i corridoi umanitari, fa riferimento della tragedia di Cutro: "Quel naufragio non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta". La risposta sono dunque i corridoi umanitari. "I corridoi gettano dei ponti che tanti bambini, donne, uomini, anziani, provenienti da situazioni molto precarie e da gravi pericoli, hanno infine percorso in sicurezza, legalità e dignità fino ai Paesi di accoglienza. Essi attraversano i confini e, ancor più, i muri di indifferenza su cui spesso si infrange la speranza di tantissime persone", scrive il Papa.
Il Papa parla dell'esperienza dei corridoi umanitari, promossi da Sant'Egidio, Evangelici, Caritas, con i governi e sottolinea, nel discorso consegnato ai presenti all'incontro nell'Aula Paolo VI, che "occorrono ancora molti sforzi per estendere questo modello e per aprire più percorsi legali per la migrazione. Dove manca la volontà politica, i modelli efficaci come il vostro offrono nuove strade percorribili. Del resto - scrive Papa Francesco -, una migrazione sicura, ordinata, regolare e sostenibile è nell'interesse di tutti i Paesi. Se non si aiuta a riconoscere questo, il rischio è che la paura spenga il futuro e giustifichi le barriere su cui si infrangono vite umane". "Il lavoro che voi fate, individuando e accogliendo persone vulnerabili, cerca di rispondere nella maniera più adeguata a un segno dei tempi. Indica una strada all'Europa - prosegue il Pontefice -, perché non resti bloccata, spaventata, senza visione del futuro".
"La storia europea si è sviluppata nei secoli attraverso l'integrazione di popolazioni e culture differenti. Non abbiamo allora paura del futuro!", conclude il Papa.