(ANSA) - NAPOLI, 18 MAR - Difficile per un truffatore
digerire un investimento andato male. E, infatti, quando la sua
operazione immobiliare da 1,5 milioni di euro naufraga, preso
dal risentimento impugna una pistola e tenta di estorcere 7
milioni al direttore commerciale di consorzio romano a cui si
era rivolto. E' quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di
Napoli che, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Giovanni
Conso, contesta il reato di tentata estorsione a un 59enne di
Portici (Napoli) già condannato in via definitiva definitiva per
associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di più
reati di truffa e falso.
Il Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di
Napoli si è recato a Portici per notificate una misura cautelare
del gip di Roma - un divieto di avvicinamento alla vittima e ai
luoghi che abitualmente frequenta - ma durante le perquisizioni,
in due abitazione e in un'automobile, alla ricerca della pistola
non solo trova numerose armi ma anche 660mila euro in contanti,
assegni post-datati per 130mila euro, 3 reperti archeologici
(piccole anfore, vasi di terracotta e altri oggetti su cui sono
in corso accertamenti per stabilirne la provenienza), 15 orologi
di lusso di note marche, anche Rolex, e due telefoni cellulari.
Le armi sequestrate sono: due pistole semiautomatiche
modificate, comprensive di caricatore con cartucce, tre pistole
revolver con cartucce, di cui una con matricola abrasa e una
modificata, e circa 200 munizioni di vario calibro per arma
corta.
Il 59enne non ha saputo fornire alcuna spiegazione per tutto
quel materiale equestrato il cui valore è stimato in 600mila
euro e quindi è scattato l'arresto in carcere per detenzione
abusiva di armi clandestine e ricettazione. (ANSA).