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Navi e aerei militari per svuotare Lampedusa, più Centri di permanenza per il rimpatrio

Sistema di accoglienza sotto pressione, ecco le misure del Viminale

Nel sistema d'accoglienza sono presenti 120mila migranti. Erano 80mila un anno fa (+50%). E gli arrivi via mare sono saliti a 27.200 nel 2023, contro i 6.700 dello stesso periodo del 2022: un aumento superiore al 300%. Numeri che preoccupano il Viminale, i cui uffici sono al lavoro per approntare misure in previsione di un'estate che si annuncia calda sul fronte degli sbarchi.

E così, grazie ad un accordo con il ministero della Difesa, saranno operativi navi e aerei militari per svuotare Lampedusa nelle giornate di picco di presenze nell'hotspot; ci sarà un esame accelerato alla frontiera delle domande di asilo per agevolare il rimpatrio verso i Paesi sicuri; verranno rafforzate le espulsioni potenziando il numero e la capienza dei Centri di permanenza per il rimpatrio: ne servono almeno uno a regione.

Non si pensa, invece a tendopoli o alla requisizione di edifici; l'obiettivo del ministero è infatti quello di ridurre l'impatto sul territorio delle accoglienza. Il Governo intanto lavora con l'Europa e con i Paesi di provenienza e transito per limitare le partenze, che continuano senza tregua soprattutto dalla Tunisia e dalla Libia, nazioni in profonda crisi istituzionale ed economica. E di ieri l'ultima telefonata tra il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi ed il suo collega tunisino Kamel Feki; i due hanno espresso "preoccupazione per il crescente numero di migranti irregolari giunti sulle coste italiane durante il primo trimestre dell'anno in corso".

I contatti tra Governi continuano, dunque, per frenare le partenze. Nel frattempo, però, c'è da sistemare chi arriva e non è un compito facile. La situazione più critica si sta verificando a Lampedusa: l'hotspot ha una capienza di 400 posti, ma si superano ormai continuamente le mille presenze. I traghetti di linea ed i mezzi della Guardia costiera finora utilizzati non sono sufficienti ad assicurare il veloce trasferimento degli stranieri sulla terraferma in modo da garantire adeguate condizioni di vivibilità nella struttura. Ecco così che a disposizione del Viminale, grazie alla collaborazione fornita dalla Difesa, ci saranno ora anche navi ed aerei militari che nelle giornate di arrivi record potranno fornire supporto nelle operazioni di trasferimento e dare respiro all'isola.

Si punta poi a potenziare i rimpatri, dal momento che il grosso dei migranti - è il ragionamento del Viminale - proviene da Paesi cosiddetti sicuri e non avrebbe i requisiti per ottenere la protezione. L'obiettivo, quindi, è quello di adottare alla frontiera procedure accelerate per l'esame delle domande di protezione, in modo da dare una risposta in tempi più veloci ed agevolare così il rimpatrio per chi non ottiene il diritto di restare in Italia. Collegato a questo aspetto è il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio, dove trova posto chi rifiuta di di farsi identificare. Ne servono di più - almeno uno per regione - e con una maggiore capienza.

"Il Governo - ha spiegato Piantedosi - è impegnato in una duplice direzione: rallentare o arrestare i flussi di migranti dai focolai più critici, provvedendo anche alla salvaguardia delle persone che scappano da condizioni difficili. Al netto di questo, in qualche modo dobbiamo frenare questo flusso incontrollato, per avere numeri più sostenibili". E si punta, ha assicurato il ministro, ad evitare "un impatto critico sui territori. Non vogliamo vedere le stesse scelte del passato e nemmeno riattivare gli hub per l'accoglienza". La soluzione immediata, ha aggiunto, "è quella di distribuire i migranti in maniera capillare sul territorio come stiamo facendo. Allo stesso tempo, stiamo lavorando con i ministri dell'Interno dei Paesi di transito dei flussi, per trovare soluzioni".

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