È il porto di Vibo Valentia Marina quello individuato come destinazione finale di circa 400 migranti di varia nazionalità che si trovano a bordo di un barcone scortato da nave Diciotti della Guardia costiera, dopo essere stati soccorsi in una complessa operazione condotta nel mare Ionio dopo essere stati intercettati ieri ad oltre cento miglia a sud est della Sicilia. L'arrivo è previsto per domani pomeriggio. Sono state già predisposte, al termine di un incontro tra la Prefettura, il Comune di Vibo, le forze dell'ordine, la protezione civile, Asp e Croce Rossa, le attività per la prima accoglienza. Individuata anche una sede provvisoria per l'accoglienza, posta in un capannone nella zona industriale della frazione Portosalvo. Gli sbarchi al porto di Vibo Marina si erano verificati con una certa regolarità tra il 2016 e il 2017, quando lo scalo era stato individuato come meta di approdo alternativa alle solite. La maggior parte dei migranti era stata trasferita in altre regioni della Penisola ma un numero residuale, in particolare minori non accompagnati, era rimasto alloggiato in alcune strutture del territorio tra Vibo Marina, Briatico, Nicotera, Arena, Brognaturo e in altri centri ancora.
Arriveranno tra la notte e l'alba di domani a Catania i circa 700 migranti che sono su un peschereccio soccorso dalla Guardia costiera al largo delle coste siciliane. Il natante, trainato da nave 'Peluso' e scortato da due motovedette, naviga lentamente. Altri 108 migranti, che erano sulla stessa imbarcazione, sono stati trasbordati su una motovedetta, la Cp331, che li ha fatti già sbarcare nel porto del capoluogo etneo. La Regione Siciliana, tramite la propria Protezione civile, ha fatto realizzare due tendostrutture nell'ex hub vaccinale di via Forcile, nel rione San Giuseppe La Rena di Catania.
Lo Stato d'emergenza nazionale
E' approdata oggi pomeriggio al Consiglio dei ministri la dichiarazione di Stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione. Durerà per sei mesi.
Musumeci, le isole da sole non possono affrontare la situazione
"Se oggi dichiareremo lo stato di emergenza sull'immigrazione? E' una ipotesi assai probabile. Ieri mi sono sentito col collega dell'Interno Piantedosi, c'è una condizione di assoluta emergenza. Non è un fatto nuovo, io stesso avevo lanciato l'allarme settimane fa. E' un problema che è destinato a non esaurirsi per almeno i prossimi dieci anni. Una condizione che mette in sofferenza le strutture dello Stato ed è inevitabile perché parliamo di esseri umani che hanno diritti e verso i quali dobbiamo avere un approccio responsabile. Lo stato di emergenza dovrebbe facilitare le procedure. Parliamo di un fenomeno mai conosciuto nel passato. Le isole da sole non possono affrontare questa condizione di emergenza". Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci a Radio Anch'io
Tutte le regioni non ce la fanno a rispondere alle ondate di sbarchi di migranti, per questo lo stato di emergenza sarà nazionale". È quanto ha precisato parlando a Baia con i giornalisti il ministro per la Protezione civile e Politiche del Mare, Nello Musumeci. "Abbiamo la necessità di aiutare le Regioni- ha proseguito - perché si rischia fi mandare il sistema in collasso con questo tasso di approdo". Per Musumeci è auspicabile che "l'Europa si renda conto che non abbiamo molto tempo a disposizione. E se si interviene dal Paese da cui si muovono neutralizzando la mafia degli scafisti forse riusciremo ad evitare il peggio".
Ancora soccorsi
"Sono ancora in atto le operazioni di soccorso nel mar Ionio". Lo scrive la Guardia Costiera su twitter in merito ai due barconi - uno con 800 e l'altro con 400 migranti a bordo - intercettati ieri ad oltre cento miglia a sud est della Sicilia. "A causa delle condizioni del mare proibitive - prosegue la Guardia Costiera - nave Peluso, nave Diciotti e le motovedette della Guardia Costiera scortano le due unità con i migranti a bordo".
Nel fine settimana ripresi gli sbarchi e i naufragi
Tragico fine settimana di Pasqua nelle acque del Mediterraneo, dove si sono intensificate le segnalazioni di barche in avaria e migranti in cerca di aiuto, con un crescendo di attività dei soccorritori che da venerdì a lunedì ha consentito di trarre in salvo circa 2.000 persone alle quali si sono aggiunti altri 1.200 migranti per i quali le operazioni di soccorso sono tutt'ora in corso nello Ionio tra la Sicilia e la Calabria. Trentotto sono invece le vittime di due naufragi, uno al largo della Tunisia e l'altro in acque sar maltesi, e 18 i dispersi. Proprio i due salvataggi nella giornata di pasquetta sono stati i più complessi, visto che hanno riguardato circa mille e duecento persone. La Guardia Costiera è intervenuta per soccorrere due grossi barconi: un peschereccio con 800 migranti a bordo, situato a oltre 120 miglia a Sud-Est di Siracusa, e un'altra imbarcazione con 400 a bordo in area Sar italiana a 170 miglia a Sud-Est di Capo Passero, segnalata da Alarm Phone che fin dalla giornata di Pasqua aveva lanciato l'allarme. Le operazioni di salvataggio a sud-est di Siracusa sono state coordinate da Nave Peluso con il supporto di tre motovedette Sar classe 300 e l'assistenza di una nave mercantile presente in zona; l'intervento a Sud Est di Capo Passero è stato invece gestito da Nave Diciotti con l'ausilio di due unità mercantili di assistenza. A supporto delle operazioni di ricerca e soccorso di questi giorni stanno partecipando anche mezzi aerei di Guardia Costiera e di Frontex.