Una tenda piantata in piazza Leonardo da Vinci, di fronte al Politecnico, dove dormirà fino al 7 maggio, per protestare "contro gli affitti insostenibili". E' l'iniziativa di una studentessa di ingegneria ambientale, Ilaria Lamera, sostenuta da Terna Sinistrorsa e raccontata dalla giovane su Instagram.
"Da anni a questa parte i costi degli affitti milanesi sono fuori portata. Vivere a Milano significa arrivare a spendere 600 euro (spese escluse) per una stanza singola - spiega Terna Sinistrorsa in un post - Nonostante la situazione sia ormai nota, e ci sia stata apertura da parte delle istituzioni, non sono ancora state previste delle misure in grado di rendere più accessibili gli alloggi milanesi. Per questo motivo Ilaria, studentessa del Politecnico di Milano, ha deciso di piantare la sua tenda in piazza Leonardo Da Vinci per dormire qui, da oggi fino a domenica 7 maggio. La Terna Sinistrorsa è decisa a fare le pressioni necessarie affinché le istituzioni pubbliche, dalla Regione al Governo, intervengano per sanare e risolvere la situazione".
Al grido di 'scoppiamo la bolla', l'invito a unirsi alla protesta di Ilaria è aperto a "qualsiasi tipo di realtà". Da parte sua, Ilaria ha raccontato che la scorsa notte un compagno di università le ha fatto compagnia garantendo la sua sicurezza e anche la polizia è passata a controllare che fosse tutto a posto. "Se volete passare oggi a farmi un saluto - il suo invito in una storia di instagram - vi aspetto".
Ministero, contro il caro affitti 14mila posti letto in più "Il Governo considera il diritto allo studio una priorità e con la Legge di Bilancio ha rifinanziato gli ha destinato 400 milioni aggiuntivi in tre anni. Queste risorse si sommano a quelle ordinarie, per un totale di 567 milioni di euro, con le quali nei prossimi anni potranno essere realizzati circa 14mila posti letto in più per gli studenti. Tra l'altro, con la stessa Legge, sono stati stanziati 500 milioni di euro, in due anni, per aumentare il numero e l'importo delle borse di studio". A renderlo noto è il ministero dell'Università.
Per quanto riguarda il Pnrr, il Piano - spiega il ministero dell'Università - destina 960 milioni di euro per la creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 30 giugno 2026. Nel dettaglio, il percorso si snoda in due fasi: un primo intervento, già realizzato entro l'inizio del 2023, ha portato alla creazione di posti letto tramite procedure di acquisto o di locazione di lungo termine. Con 300 milioni di euro sono stati creati 8.581 posti letto aggiuntivi, di cui 7.524 già assegnati a studenti universitari. Di questi, 2.173 sono stati realizzati da enti Dsu e università, e pertanto direttamente assegnati agli studenti tramite graduatorie per il diritto allo studio (stabilite su base regionale tramite scorrimento). Il restante, pari a 5.840 posti letto, è stato realizzato da altre tipologie di soggetti che perseguono per finalità sociale l'ospitalità studentesca (ad esempio collegi di merito, fondazioni, etc.).
Un secondo intervento di più ampio respiro, previsto dal Pnrr, prevede la creazione di 52.500 posto letto a cui saranno destinati 660 milioni di euro. In questo caso, lo stesso Pnrr prevede l'ingresso degli operatori privati all'interno del mercato, in quanto il solo settore pubblico non sarebbe in grado di soddisfare integralmente la domanda, anche considerati i tempi di realizzazione imposti dal Piano (30 giugno 2026). Il sostegno finanziario sarà relativo agli oneri connessi alla gestione delle residenze universitarie da parte di operatori qualificati (ma non saranno finanziate spese per la costruzione, la ristrutturazione, l'acquisto o la locazione di immobili da adibire a residenze universitarie).
La misura è in corso di attivazione nelle prossime settimane e prevedrà l'obbligo in capo ai soggetti che realizzeranno le residenze universitarie, tra condizione necessaria per l'accesso ai contributi ministeriali, l'applicazione agli studenti di una tariffa calmierata rispetto ai corrispettivi medi di mercato. I corrispettivi saranno individuati dal Mur stesso su base regionale attraverso un apposito tavolo tecnico inter-istituzionale, per garantire l'applicazione di tariffe calmierate (con una riduzione del 15%) e garantire il più ampio accesso alle strutture da parte degli studenti.
La studentessa spiega inoltre che "Ieri nel pomeriggio sul tardi è passato Majorino ed è riuscito a chiamare Elly Schlein e a passarmela. Mi sono confrontata anche con lei". Queste le parole di Ilaria Lamera, accampata da martedì scorso con una tenda in piazza Leonardo da Vinci davanti al Politecnico per protestare contro il caro-affitti a Milano, ad Agorà su Rai Tre. "Non spetta a me portare soluzioni sui tavoli delle Istituzioni - precisa Ilaria - Chi è venuto qui a parlarmi mi ha promesso che si metterà in moto per porre rimedi al problema". Per Ilaria, "possibilità ce ne sono, per esempio, i fondi del Pnrr potrebbero essere impiegati nel pubblico invece che nel privato; oppure investire in nuovi studentati a prezzi più accessibili. Io vorrei anche l'imposizione di un tetto massimo sugli affitti, ma mi rendo conto che questo sarebbe difficile".
"La situazione qui in città è impraticabile. Sono andata a visitare un numero indeterminato di case e per tutte chiedevano per una singola dai 700 euro in su, senza le spese". "Per le doppie il prezzo era più basso - prosegue spiega la ragazza originaria della Bergamasca, studentessa al quarto anno di Ingegneria ambientale - , ma in condizioni invivibili: due persone stipate in camerette piccolissime o sporche. Non era fattibile e quindi dall'inizio dell'anno ho dovuto fare la pendolare. Poi, una sera ho pensato che avrei voluto avere una tenda per non essere costretta ancora una volta a tornare a casa tardi e mi è venuta l'idea di questa protesta". Sono nelle sue stesse condizioni diversi altri ragazzi e ragazze fuori sede ("ho avuto tantissimi riscontri, molti rinunciano proprio all'Università", conferma Ilaria) e anche per questo la sua azione di protesta è appoggiata da Terna sinistrorsa, lista studentesca del Politecnico.
Interviene sulla vicenda la rettrice del Politecnico di Milano Donatella Sciuto ha incontrato Lamera. "Ieri ero a Roma e stamattina sono andata a parlarle. Le ho detto che la sosteniamo in questa battaglia che combattiamo anche noi per quanto possibile" spiega la rettrice all'ANSA. "Come rettori è una cosa che denunciamo da tempo. L'ho detto anche al sindaco: Milano è una città per persone anziane e ricche e ci vogliono alloggi non solo per gli studenti - aggiunge - ma anche per chi si laurea e con lo stipendio non paga l'affitto". "Io ci tengo che faccia l'università chi ha voglia di studiare, non solo chi se lo può permettere" aggiunge la rettrice.
Per questo da poco il Politecnico ha stanziato "un milione di euro" per una misura di aiuto all'affitto, che si aggiunge a quelle già presenti. "Prima gli studenti dovevano presentare il contratto d'affitto, ora con questa misura vediamo di semplificare le cose, con un aiuto ad esempio anche ai pendolari, considerando ad esempio che Trenord non ha abbonamenti per studenti. Ma dobbiamo definirla esattamente". "La situazione - racconta - è esplosa dopo il Covid", in parte perché per i proprietari è più conveniente affittare ai turisti per brevi periodi. "Prima succedeva solo con la settimana del Salone, ora è così tutto l'anno" aggiunge. A settembre l'università avrà duemila posti letto nelle sue residenze, a cui se ne aggiungeranno altri 250 il prossimo anno e altri 500 nel 2026. "Per costruirli ci vogliono tempo e soldi e noi facciamo la nostra parte ma è poco", anzi con una popolazione studentesca di 47.959 iscritti (dato di marzo) di cui un terzo stranieri, si tratta di una goccia nel mare. "Il sindaco Sala e l'assessore Maran hanno ben presente la situazione. Non è facile trovare una soluzione perché i privati sono privati". Secondo Sciuto, "bisogna che si mettano insieme tutti gli organismi Comune, Regione, Stato: bisogna trovare un modo di calmierare il mercato e credo - aggiunge Sciuto - che il Comune abbia la volontà di farlo". Si era parlato di una possibilità di limitare gli affitti brevi ad esempio. Non c'è una facile soluzione ma di certo, conclude la rettrice, "i nostri studenti sono molto in difficoltà".