(ANSA) - PALERMO, 09 MAG - "Mi chiamo Matteo Messina Denaro,
lavoravo in campagna ed ero un agricoltore. La residenza non ce
l'ho più perché il Comune mi ha cancellato. Ormai sono un
apolide. Le mie condizioni economiche? Non mi manca nulla. Avevo
beni patrimomiali ma me li avete tolti tutti. Se ancora ho
qualcosa non lo dico, mica sono stupido": comincia così
l'interrogatorio inedito del boss Matteo Messina Denaro sentito
il 21 febbraio scorso dal gip Alfredo Montalto e dal pm Gianluca
De Leo nell'ambito di un procedimento penale in cui il capomafia
risponde di estorsione aggravata. (ANSA).