(ANSA) - TRIESTE, 13 MAG - Una "marcia contro i muri" dalla
Slovenia all'Italia, varcando un "confine che non c'è più" e che
"deve essere attraversato liberamente non solo da soldi e merci
ma anche dalle persone": ricalca simbolicamente l'ultimo tratto
del viaggio compiuto dai migranti che arrivano in Italia
attraverso la rotta balcanica l'iniziativa promossa oggi a
conclusione del Festival Sabir.
Una marcia a cui stanno partecipando un migliaio di persone,
secondo le prime stime degli organizzatori, ha preso il via nel
pomeriggio a Capodistria, ha poi varcato il confine di Stato e
proseguito per San Dorligo della Valle (Trieste). In testa al
corteo c'è lo striscione "Marcia contro i muri e per
l'accoglienza". Segue un'installazione artistica che ha come
tema la libertà di movimento, focus del Festival.
I tre giorni di dibattiti e appuntamenti che si sono
susseguiti fino a oggi a Trieste sono stati organizzati da Arci
insieme a Caritas, Acli e Cgil, e in collaborazione con Asgi e
Carta di Roma. "Vogliamo ribadire - ha detto il presidente di
Arci nazionale, Walter Massa alla partenza - che qui dove non
esiste più un confine, in un'Europa che ha scelto di non avere
più confini, non si permetta solo ai soldi e alle merci di
attraversarlo liberamente ma anche alle persone". Inoltre,
conclude, "in un'Europa che sta andando sempre più in una
direzione di costruzione di muri, di nuovi confini, noi crediamo
sia importante tenere vivi e ben in manutenzione i ponti, unico
strumento che consente al nostro continente e più in generale al
pianeta, di poter continuare a sperare in un futuro".
Alla marcia partecipano anche organizzazioni locali e, tra
gli altri, alcuni esponenti del Pd, come la presidente
provinciale di Trieste Caterina Conti, che ribadisce il suo no a
un eventuale hotspot sul Carso, perché "non può essere questa la
risposta alla rotta balcanica". (ANSA).