Sulle terre martoriate dall'alluvione che si è abbattuta con maggiore veemenza nel Bolognese e la Romagna aleggia adesso un altro rischio: quello dei residuati bellici che la terra, allentata dalle piogge, ha fatto riemergere, e che colate di fango hanno trasportato sulle strade trasformate in rivoli in continuo movimento. Due giorni fa a lanciare l'allarme erano state la Prefettura di Forlì e quella di Ravenna, invitando la cittadinanza alla massima attenzione.
Proprio nel Ravennate, ancora alle prese con ampie porzioni del territorio interessate da allagamenti, sono stati sei gli ordigni recuperati e messi in sicurezza dai militari che operano per la bonifica. Ordigni inesplosi risalenti al secondo conflitto mondiale la cui comparsa intimorisce, in particolare, il mondo dell'agricoltura già tra i settori più colpiti dalle esondazioni dei fiumi e dai rovesci. A preoccupare, spiega la Coldiretti, è l'incolumità degli agricoltori che con i loro trattori sono impegnati nella sistemazione dei terreni devastati dall'acqua.
Se toccati inavvertitamente o rimossi in maniera inadatta i residuati bellici possono creare pericoli seri: per questo l'associazione, nell'invitare i lavoratori della terra alla massima prudenza chiede l'assistenza dei militari, delle forze dell'ordine e della Protezione civile per la messa in sicurezza delle aree agricole più interessate dal fronte della Seconda Guerra Mondiale. La superficie agricola alluvionata, su cui gli imprenditori sono tornati a muoversi per sistemarli, con il sole tornato a splendere, è di oltre 100mila ettari.
E se la Coldiretti chiama gli agricoltori a fare attenzione, l'appello si estende anche ai residenti in città perché, osserva Giovanni Lafirenze, referente del dipartimento ordigni bellici inesplosi dell'Associazione mazionale vittime civili di guerra, "quando le acque si ritireranno compariranno ordigni nelle strade, nei parcheggi, nei parchi e i cittadini devono sapere come comportarsi".
Alla luce del ritrovamento di sei ordigni nelle zone alluvionate, l'Esercito ha diffuso una locandina informativa con fotografie degli ordigni più comunemente rinvenuti. "Invitiamo alla massima prudenza - aggiunge Lafirenze - durante le operazioni di soccorso ma soprattutto dopo, quando le acque si ritireranno. Il rischio di ritrovare ordigni è altissimo perché questi sono territori dove in passato sono venuti alla luce numerosi residuati bellici, spesso dai canali. Anche le zone coinvolte nelle frane - conclude - sono ad alto rischio".