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Giulia e le altre, ANSA contro la violenza sulle donne. Il nostro rumore

Giulia e le altre, ANSA contro la violenza sulle donne. Il nostro rumore

Giulia e le altre vittime di violenza, perché l'ANSA ha deciso di partecipare 'ad una battaglia civile alla quale nessuno può sottrarsi' spiega il direttore Luigi Contu

25 novembre 2023, 12:45

di Luigi Contu

ANSACheck

Le vittime di femminicidio nel corso dell 'anno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le vittime di femminicidio nel corso dell 'anno - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le vittime di femminicidio nel corso dell 'anno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giornalismo di agenzia, e quello dell’ANSA in particolare, ha un principio fondamentale che dal 1945 cerchiamo di applicare con scrupolo e dedizione: le notizie che pubblichiamo non devono contenere l’opinione di chi scrive ma attenersi rigorosamente ai fatti. È un vincolo previsto dallo statuto dell’agenzia che il nostro direttore storico il professor Sergio Lepri richiamava ogni volta che assumeva una giornalista o un giornalista. Non le chiedo per chi vota, diceva, non me lo faccia capire da quello che scrive. Parole che ci guidano tutti giorni nel nostro lavoro.

Oggi però ci permettiamo uno strappo a questa regola, e sono convinto che il professor Lepri sarebbe stato d’accordo: per una volta abbiamo deciso di schierarci e di partecipare ad una battaglia civile alla quale nessuno può sottrarsi, aderendo con il nostro lavoro alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Abbiamo così deciso di fare una apertura straordinaria del nostro sito con i volti delle donne che nel 2023 sono state ammazzate da un uomo. Eliminate perché donne. Immagini che non avremmo mai voluto pubblicare, come quelle di Giulia Cecchettin.

Quasi tutti i giorni ci troviamo costretti a pubblicare notizie di violenza, abuso, stupro. Più di cento volte abbiamo dovuto raccontare l’assassinio di una donna. Oggi il nostro sito è dedicato a loro perché è necessaria una profonda riflessione, che deve partire da noi maschi, non c’è dubbio. Basti pensare al rapporto diffuso dall’Istat nei giorni scorsi, secondo il quale la metà degli italiani continua a coltivare il pregiudizio che la donna sarebbe responsabile della violenza subita.

 

Il 39 per cento di noi uomini ritiene infatti che la donna, se lo vuole, può sottrarsi ad un rapporto sessuale, il 19 per cento, sempre degli uomini ahimè, pensa che la violenza possa essere provocata dal modo in cui le donne si vestono. Potrei continuare a citare altri dati agghiaccianti ma mi fermo qui, invitando i lettori a leggere il rapporto sul nostro sito. È un documento che la dice lunga sulla necessità di un salto culturale che ci porti fuori dal medioevo. Con il contributo di tutte le redazioni dell’ANSA abbiamo realizzato una serie di inchieste e approfondimenti che aiutino il lettore a capire il senso di questa giornata, a riflettere sulla gravità di questo fenomeno, a cercare insieme una via d’uscita. Ci rivolgiamo a tutti, ma soprattutto ai ragazzi perché non chiudano gli occhi, e alle ragazze perché trovino sempre il coraggio di denunciare e opporsi alla violenza. É questo il nostro modo di fare rumore.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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