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La morte di Michelle, la Procura chiede 20 anni 

La morte di Michelle, la Procura chiede 20 anni 

17enne accusato di omicidio, il corpo lasciato in carrello spesa 

24 giugno 2024, 17:24

di Marco Maffettone

ANSACheck
Uccisa e gettata in un carrello, chiesti 20 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uccisa e gettata in un carrello, chiesti 20 anni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Venti anni di carcere. E' la condanna chiesta dalla Procura dei minori di Roma per l'allora 17enne di origini cingalesi che il 28 giugno del 2023 uccise a coltellate la coetanea Michelle Causo per poi lasciare il suo corpo in strada all'interno di un carello dello spesa.

Teatro della tragedia Primavalle, quartiere del quadrante nord-ovest della Capitale.

Il rappresentante dell'accusa, nell'ambito di un procedimento svolto in abbreviato, ha chiesto il massimo della pena (30 anni) che scende di dieci anni alla luce del rito scelto dall'imputato. Nei confronti del giovane il reato contestato è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dall'occultamento di cadavere e vilipendio. L'imputato ha seguito l'udienza in video collegamento dal carcere di Treviso dove si trova detenuto.

Dopo l'intervento del pm ha preso la parola il difensore che ha chiesto al giudice di escludere la premeditazione, l'assoluzione per l'accusa di vilipendio e riconoscere all'imputato le attenuanti generiche. La sentenza è attesa per il prossimo 17 luglio ma i genitori della giovanissima vittima non hanno nascosto amarezza per la richiesta della Procura. "Gli tolgono dieci anni, è ridicolo. Che messaggio passa ai giovani, che dopo 10 anni sono liberi? La difesa cerca di confutare l'aggravante della premeditazione - hanno detto Gianluca Causo e Daniela Bertoneri lasciando il tribunale -, ma come ha detto in aula la pm, fra i messaggi e le ricerche sul web su come uccidere una persona, gli elementi sono evidenti". Nel corso dell'udienza del 29 maggio scorso l'imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata in un appartamento di via Dusmet. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si è sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei. In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell'omicidio, su "come sferrare colpi letali", l'imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l'imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto. Le aggravanti contestate sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere che venne infilato in una sacca nera dell'immondizia e lasciato a poca distanza da un cassonetto dell'immondizia.

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