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Mafia: codici cinesi criptati per organizzare traffico droga

Mafia: codici cinesi criptati per organizzare traffico droga

Arrestati si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere

GENOVA, 29 novembre 2024, 17:59

Redazione ANSA

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Per organizzare il traffico di droga dal Sudamerica fino alla Liguria Gabriele Silvano, l'imprenditore arrestato insieme al boss mafioso Salvatore Mario Lo Piccolo e altre quattro persone, si era rivolto a una organizzazione cinese per trasferire soldi da un capo all'altro del mondo. E' quanto emerge dalle carte dell'inchiesta della Dia genovese coordinata dalla pm Monica Abbatecola. Intanto oggi si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. Scena muta anche per l'avvocato indagato di favoreggiamento (assistito dai legali Stefano Savi e Stefano Bonanni).
    Silvano, difeso dall'avvocato Nicola Scodnik, è accusato di trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante di aver agevolato la cosca mafiosa Tommaso Natale di Palermo, di cui faceva parte Lo Piccolo (difeso dall'avvocata Laura Razetto).
    All'imprenditore è contestata anche una estorsione nei confronti della ex moglie, la detenzione di quattro pistole e 500 proiettili, oltre che l'organizzazione di un traffico di cocaina insieme Enrico Bomarsi (difeso dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano), il colombiano John Harold Ordonez Garcia (avvocato Mario Iavicoli) e i fratelli ecuadoriani Boris Jiampier Maruri Moreira, Victor Manuel Maruri Moreira.
    Da quanto emerso per spostare i soldi (almeno 600 mila euro secondo gli inquirenti) per il traffico di droga "il gruppo si avvaleva del sistema "bancario parallelo" fornito dall'organizzazione cinese - scrive il giudice Paola Faggioni che ha disposto gli arresti - che garantiscono un metodo di trasferimento protetto di denaro all'estero, assolutamente sicuro e riservato perché privo di tracciabilità". Il metodo consiste "nella consegna del contante a una persona indicata dai fornitori che si occupa poi della rimessa a questi ultimi. In sostanza - conclude il gip - per garantire il corretto e sicuro svolgimento del pagamento, prima della consegna del denaro, gli acquirenti ricevono un codice (token) corrispondente alla serie alfanumerica di una banconota che, all'esito dell'operazione, viene consegnata con l'indicazione manoscritta dell'importo corrisposto controfirmata dall'intermediario".
   

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