È arrivata a Reggio
Calabria la Geo Barents con a bordo 83 uomini e minori non
accompagnati. Inizialmente, alla nave di ricerca e soccorso di
"Medici senza Frontiere" era stato assegnato prima il porto di
Brindisi e poi quello di Crotone ma, a causa del maltempo e
delle precarie condizioni del mare, ieri sera è stata dirottata
a Reggio Calabria dove tra poco i migranti sbarcheranno sul molo
di ponente.
Soccorsi in acque internazionali mentre il gommone stava
affondando, all'equipe di Msf i migranti hanno riferito di
essere stati intercettati da milizie libiche che li hanno
minacciati con le armi sparando alcuni colpi in aria e facendo
cadere una settantina di persone in mare.
Tutti sono stati salvati dai volontari di Medici senza
frontiere mentre i sedicenti agenti della guardia costiera
libica si sono allontanati velocemente dalla scena portando con
loro 29 donne e bambini che si trovavano sullo stesso gommone.
Riportati con la forza in Libia, dove avevano già subito
violenze, torture e abusi, tra questi ci sono anche mogli e
figli dei migranti che oggi sono arrivati in Italia.
Ieri Mara Eliana Tunno, la psicologa di Medici senza
frontiere a bordo della "Geo Barents", ha raccontato che i
migranti salvati sono sotto shock e che chiedono di essere
ricongiunti con le loro famiglie. Uno di loro voleva buttarsi a
mare per recuperare sua moglie e i figli di 4 mesi e 10 anni.
Al momento alla Prefettura, che sta coordinando le operazioni
di prima accoglienza, non sono state segnalate particolati
situazioni di criticità dal punto di vista sanitario ma
ovviamente gli 83 migranti riceveranno le prime cure appena
sbarcati. Subito dopo, verranno sistemati nelle due
tensostrutture allestite al porto di Reggio Calabria e gestite
dalla Croce rossa e dalle altre associazioni di volontari in
attesa di essere trasferiti in altri centri di accoglienza in
base al riparto che stabilirà il ministero dell'Interno.
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