ll Cpt, organo anti tortura del Consiglio d'Europa, boccia i centri di permanenza per i rimpatri in Italia, definendoli "non idonei" e criticando la loro gestione e le condizioni di vita dei migranti lì trattenuti.
Gli elementi negativi riscontrati, come "pessime condizioni materiali, assenza di un regime di attività, approccio sproporzionato alla sicurezza, qualità variabile dell'assistenza sanitaria e mancanza di trasparenza da parte degli appaltatori privati", secondo il Cpt "mettono in discussione" anche la replica del modello in Albania. Ma l'accusa più forte riguarda i maltrattamenti e la sedazione con psicofarmaci.
L'analisi è contenuta nel rapporto sulla visita condotta dal Cpt tra il 2 e il 12 aprile in 4 dei 9 centri operativi in Italia: gli hub di via Corelli a Milano, Gradisca d'Isonzo, Palazzo San Gervasio a Potenza, e Ponte Galeria a Roma. Documento che riceve una prima risposta informale dal Viminale:Il rapporto del Consiglio d'Europa sui Cpr è "basato su informazioni parziali e incomplete". E' quanto si apprende da fonti del ministero che ricordano come lo stesso governo italiano, il 15 novembre scorso, aveva già fornito osservazioni dettagliate per rispondere al dossier del Cpt. Le stesse fonti evidenziano come tutti i trattamenti sanitari, compresa l'eventuale somministrazione di psicofarmaci, sono disposti su indicazione dei medici e all'interno dei Cpr sono previsti anche presidi sanitari. Non risulterebbe peraltro riscontrata la somministrazione impropria di farmaci, "circostanza peraltro mai oggetto di sentenze della magistratura".
In concomitanza con la pubblicazione del rapporto europeo, la segretaria del Pd Elly Schlein si è recata, a sorpresa, nei centri di raccolta migranti costruiti dal nostro paese in Albania, a Shengjin e Gjader, accompagnata dal responsabile sicurezza del partito, Matteo Mauri, per rendersi conto di persona della situazione. Dal Pd, come da gran parte dell'opposizione, non mancano forti accenti critici nei confronti dell'operazione sviluppata dal governo. "Il governo italiano ha voluto costruire questi centri buttando ottocento milioni di euro, buttandoli perchè sono vuoti", ha detto tra l'altro la segretaria dem intervenendo sui social. "Questo accordo con l'Albania viola i diritti fondamentali delle persone e viola le leggi italiane ed europee", ha aggiunto soffermandosi poi sulla struttura di Gjader: "Un centro vuoto dove ci ha accolto un personale molto professionale delle forze dell'ordine e dell'ente gestore che però sostanzialmente sono qui a vegliare sulla sicurezza di una struttura che è vuota e rimarrà vuota, anche perchè siamo in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea".
"Nei Cpr - replica a muso duro la Lega con Andrea Crippa - finiscono migranti irregolari, con priorità per quelli pericolosi, che nel caso potrebbero lasciare i centri in pochi giorni, se solo accettassero il rimpatrio. Ma la sinistra vorrebbe chiudere questi centri perché preferisce lasciarli a spasso. Questa è la concezione della sicurezza della sinistra". "Le Osservazioni nazionali italiane al Rapporto pubblicato dal Comitato per la Prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt) forniscono riscontri puntuali alle criticità espresse dal Rapporto in esito ai sopralluoghi effettuati - replicano le autorità italiane a Bruxelles con una nota formale - e mostrano l'evoluzione delle misure nazionali per soddisfare le raccomandazioni espresse, in particolare sul sistema di trattenimento dei migranti nei Cpr, e la disponibilità italiana a continuare a lavorare con il Cpt su tutti i punti sollevati dal Rapporto." Una replica alla quale si affianca la risposta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sul tema. "Quello dei centri in Albania è un discorso ancora in corso d'opera e certamente si realizzeranno per come sono stati immaginati", dice anche replicando indirettamente alla proposta di Matteo Renzi di trasformarli in carceri per i detenuti albanesi.
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