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La Visitazione del Pontormo, le sorprese di un restauro

All'angolo del palazzo spunta un asinello.In mostra dall'8 marzo

     (ANSA) - FIRENZE, 28 FEB - Per i fiorentini quelle quattro donne della grande tavola della Visitazione di Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, sono diventate ormai quasi familiari. I loro sguardi annunciano ammiccanti, dalle locandine disseminate un po' ovunque, una delle mostre più attese a Firenze, "Pontormo e Rosso Fiorentino, le divergenti vie della maniera", a palazzo Strozzi dal prossimo 8 marzo. Indubbiamente ancora più familiari lo sono per Daniele Rossi, il restauratore che se ne è occupato per quasi quattro mesi, da quando il 7 novembre scorso quella tavola conservata nella pieve di Carmignano è arrivata nel suo studio del centro storico di Firenze. "E' come se facessero parte della mia famiglia e vorrei avere ancora il tempo per studiarle", afferma, pochi giorni prima del trasloco dell'opera per l'esposizione a palazzo Strozzi.
    Ormai la sua 'sfida' è arrivata in porto e Rossi mostra con emozione il rinnovato effetto di quegli sguardi, della Madonna e di Santa Elisabetta che si scambiano un abbraccio alla presenza di due ancelle: sono loro la parte centrale della tavola, formata da cinque assi di pioppo incollate tra di loro e piene di difetti da correggere, compresi i 1600 buchi provocati dai tarli. "Ritrovare questi sguardi è stato il momento più bello", dice, mentre ripercorre il suo lavoro e fa notare il movimento delle figure e poi i colori, da quelli delle vesti a quelli del cielo. Non sono come Pontormo li ha scelti, i segni del tempo sono rimasti, come, ad esempio, nel mantello della Madonna, non più azzurro ma petrolio, e tuttavia si mostrano di un grande impatto. Il momento "più sofferente", racconta Rossi, è stato il lavoro alla veste verde pistacchio di Santa Elisabetta.
    E poi il recupero della parte del dipinto dedicata a scarni edifici che fanno da contorno all'incontro delle donne e quella suggestiva scoperta: da dietro l'angolo di un palazzo sbuca un asinello, che i restauri del tempo passato avevano ben pensato di nascondere. "Ecco il divertimento di Jacopo", sorride Rossi.
    Insieme alla testa di asinello, che per notarla il visitatore deve avvicinarsi molto all'opera, con il restauro sono tornati alla luce anche altri piccoli particolari significativi, come una donna affacciata alla finestra e un lenzuolo steso.
    Dall'altra parte un altro complesso che potrebbe ricordare anche, azzarda il restauratore, il vecchio carcere fiorentino delle Stinche.
    Il lavoro di restauro è cominciato con una serie di indagini diagnostiche, che hanno mostrato gli accumuli di resine sovrapposti nel tempo e rimossi solo in parte dai restauri.
    Interessante è stato il confronto con un disegno preparatorio, conservato nel Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, che ha evidenziato i 'ripensamenti' dell'artista nella realizzazione della tavola. Una volta varcata la porta dello studio di restauro, la Visitazione sarà il pezzo forte della mostra che resterà aperta fino al 20 luglio in palazzo Strozzi, quindi sarà ricollocata là da dove è venuta, nella propositura dei Santi Michele e Francesco a Carmignano.(ANSA).
   

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