(di Nicoletta Tamberlich)
(ANSA) - ROMA, 14 APR - Un cognome che solo a pronunciarlo è
come stare sulle montagne russe, una stazza imponente come
un'armatura, una vita giovane ma vissuta senza sosta da
autentico guerriero, o se preferite da esploratore. Certo è che
i fortunati che hanno avuto il privilegio di imbattersi in lui e
assaporare le sue creazioni, hanno attraversato paesi, isole
sapori, profumi, odori di culture diverse restando comodamente
seduti alla sua tavola. Antonino Cannavacciuolo, lo chef
pluristellato, spegne 40 candeline.
Nato a Vico Equense (Napoli) il 16 aprile del 1975,
nonostante il viso aperto e gioviale porta sulle spalle un
bagaglio pesante, carico di esperienze di una vita vissuta senza
sconti, partita dal basso, dalla gavetta, quella vera. Grazie a
impegno, studio e sperimentazione è arrivato nell'empireo della
ristorazione italiana. Una favola, la sua, con tanto di regno:
Antonino, il gigante buono del castello di Villa Crespi, una
dimora del 1800 sul Lago d'Orta (due stelle Michelin), può
contare sulle tre forchette del Gambero Rosso e sui tre cappelli
dell'Espresso. E se dietro ad ogni uomo c'è sempre una grande
donna la regola vale anche per Cannavacciuolo, che ha la sua
regina da sempre che lo sostiene, sua moglie Cinzia, originaria
del Nord Italia. Antonino si occupa della cucina traendo
ispirazione anche dal suo percorso di vita. I suoi piatti sono
la sintesi e l'unione di questo affascinante tragitto: dalla sua
patria nel Sud Italia alla regione della sua consorte,
originaria proprio di Orta San Giulio.
Il grande pubblico lo conosce anche come conduttore del
programma di Fox Life Cucine da Incubo edizione italiana e nella
prossima stagione sarà il quarto giudice della quinta stagione
di Masterchef Italia su Sky Uno, andando ad aggiungersi al
consolidato trio formato da Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe
Bastianich. Antonino Cannavacciuolo vanta esperienze lavorative
nelle cucine di grandi tri-stellati francesi quali l'Auberge
dell'Ile di Illerausen e il Buerehiesel di Strasburgo, oltre che
nel ristorante del Grand Hotel Quisisana, quando la cucina era
"governata" da Gualtiero Marchesi. Nel 1999 assume, insieme alla
moglie Cinzia Primatesta, la gestione del Ristorante Hotel Villa
Crespi - Restaurants & Hospitality che si compone di una
struttura ubicata in Piemonte, il Ristorante Hotel Villa Crespi
a Orta San Giulio, e il relais Laqua Charme & Boutique a Meta di
Sorrento. Lusso, alta gastronomia e il perfetto connubio,
reinterpretato in chiave moderna, tra la tradizione campana e
quella piemontese, sono le indispensabili costanti della dimora.
Nel 2003 Antonino Cannavacciuolo riceve la prima Stella Michelin
e nel 2006 gli viene conferita la seconda.
Insomma chef a 360 gradi, nei gesti e nelle parole, Antonino
ha una profonda conoscenza della cucina e si esprime con un vero
e proprio codice fatto di pomodori del Vesuvio e ostriche, pesce
di mare e pasta di Gragnano per comunicare il proprio mondo.
Mondo che trasporta nelle pagine di un libro, 'In cucina comando
io' (Mondadori Electa), scritto qualche tempo fa, dove ha
raccontato non solo quello che è il percorso che lo ha portato,
fin dalla tenera età, a dedicarsi ai sapori e agli odori della
cucina, ma soprattutto una passione che è diventata un mestiere
e lo ha reso un grande chef, amato dalla critica e rispettato
dai colleghi.
Come quando andava a caccia di polpi e non smetteva di
immergersi finché non ne aveva abbastanza per cucinare gli
spaghetti al polpo per tutti gli ospiti a casa."In una ciotola
sfregate i polpi con sale fino e poca acqua in modo da eliminare
la viscosità esterna, sciacquateli bene sotto l'acqua corrente e
privateli del becco, degli occhi e di tutte le interiora.
Asciugate e tenete da parte. In una pentola soffriggete mezzo
spicchio d'aglio privato dell'anima con i gambi di prezzemolo e
aggiungete i polpi; bagnate con una parte del vino bianco,
togliete l'aglio e i gambi di prezzemolo e coprite con un
coperchio. Proseguite la cottura a fuoco lento per 20 minuti
circa, irrorando di tanto in tanto con il vino bianco rimasto.
Aggiungete la passata di pomodoro, coprite nuovamente e
proseguite la cottura per altri 30 minuti, sempre a fuoco dolce.
Regolate di sale e pepe nero, spegnete il fuoco e lasciate
riposare a coperchio socchiuso per almeno 30 minuti: in questo
modo la salsa assorbirà tutti i profumi del polpo. Tuffate gli
spaghetti in abbondante acqua salata, portateli a cottura,
scolateli, e uniteli alla salsa nella padella. Insaporite infine
con prezzemolo e aglio tritati. Regolate di sale e pepe,
mantecate a fuoco spento con olio extravergine di oliva e
servite". (ANSA).