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Albertazzi: Carlucci, lavoravamo a progetto tv

Albertazzi: Carlucci, lavoravamo a progetto tv

Ora al montaggio, 3 puntate Rai Cultura su Vita morte e miracoli

ROMA, 29 maggio 2016, 20:51

Daniela Giammusso

ANSACheck

Milly Carlucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milly Carlucci - RIPRODUZIONE RISERVATA
Milly Carlucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

di ''La morte? La chiamava 'la bella signora'. Ma non con un pensiero triste. La considerava quasi da filosofo, come un passaggio di vita''. Così racconta Milly Carlucci all'ANSA, ricordando Giorgio Albertazzi, il mattatore del palcoscenico scomparso a 92 anni, con il quale stava lavorando gomito a gomito a un nuovo progetto televisivo, dopo essere già riuscita a portarlo in pista, due anni fa, a 'Ballando con le stelle'.

''Quella prima avventura - racconta - nacque per caso durante una convention. Dal podio gli chiesi sfacciatamente 'maestro perché non viene a Ballando?'. Lui rispose di si, di getto. Fu difficile incastrare le sue tournée, ma poi non mancò a una lezione, si impegnò al massimo. Era uno che ti conquistava subito con il suo fascino e la grande intelligenza. Ma lanciarsi in un'avventura del genere, per un uomo della sua levatura e della sua età racconta anche quanto fosse uno spirito libero, privo di pregiudizi''.

Il nuovo programma, invece, prosegue la Carlucci, prevede ''tre puntate per Rai Cultura, realizzate insieme a Maddalena De Panfilis, che lui stesso ha voluto intitolare 'Vita, morte e miracoli di Giorgio Albertazzi'. E' il racconto di tutta la sua vita, privata e professionale, girata negli ultimi due mesi nella sua casa in Maremma e arricchito con interviste ai tanti che lo hanno incrociato. Ora dovremo aggiungere qualcosa post, ma è il romanzo della sua vita. Ci sono materiali d'archivio, spettacoli, foto, scritti, bozzetti da architetto: perché lui era così, chi più ne ha più ne metta''.

Una delle puntate ''l'ha voluta dedicare alla bellezza e all'amore. Ma c'è spazio anche per gli anni della guerra e l'impegno politico. Come i figli della sua generazione aveva creduto in certe cose, perché appartenevano alla sua epoca. Con il tempo, però, le aveva elaborate fino ad avvicinarsi ai Radicali e a stringere amicizia con Pannella e la Bonino. La Morte? - conclude la Carlucci - L'ultimo testo che aveva portato in scena, fino all'inizio di quest'anno, era il suo celebre Memorie di Adriano. E ne citava spesso una battuta: bisogna entrare nella morte a occhi aperti.  Guardando sempre la strada che si sta percorrendo''.
   

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