(ANSA) - ROMA, 5 NOV - Per gentile concessione di Guanda pubblichiamo un estratto del nuovo romanzo di Luis Sepulveda, 'La fine della storia', in libreria in questi giorni. Il brano racconta il banchetto che Miša, il cuoco cileno di Stalin, sta preparando per l'incontro, a Jalta, tra il dittatore russo e Churchill.
46° Latitudine Nord La mattina dell'8 febbraio 1945 era gelida a Jalta, come in tutta la penisola di Crimea, e nella vasta Ucraina la temperatura si rifiutava di salire oltre i quattro gradi sotto zero, ma Miguel Ortuzar - Miša per gli ufficiali sovietici - rifiutò la tazza di tè che gli offriva il suo aiutante e si dedicò alla preparazione del menu.
Per espresso desiderio di Stalin il banchetto doveva cominciare col caviale, seguito da storione in gelatina e stambecco della steppa arrostito. Anche gli inglesi di Churchill desideravano cominciare col caviale - non faceva schifo nemmeno a loro - e proseguire con manzo stufato e maccheroni. Quelli che si rifiutavano anche solo di sentire l'odore del caviale erano gli yankee di Roosevelt, che come ogni giorno sceglievano fra pesce bianco allo champagne e pollo fritto con insalata.
Miša vide con soddisfazione che poteva contare su ottimi rifornimenti, arrivati in casse contrassegnate dalla scritta JALTA 208, e decise di aggiungerci degli spiedini d'agnello, oltre a delle quaglie in salmì.
Mentre il suo aiutante si dedicava a spennare le quaglie, lui controllò accuratamente il tesoro che custodiva aggiornando l'inventario. Là nel palazzo di Livadija, davanti al Mar Nero, gli inglesi avevano portato 144 bottiglie di whisky, 144 bottiglie di gin, 144 bottiglie di sherry, 100 chili di tè, 100 chili di bacon, 100 rotoli di carta igienica, 2500 tovagliolini di carta, 350 servizi di porcellana e posate e 500 sigari Robert Burns per Churchill, Stalin e le alte cariche con le loro 1000 scatole di fiammiferi. I nordamericani avevano contribuito con 1000 bottiglie di vino del Reno, 1500 bottiglie di whisky Johnnie Walker e King George IV, 2000 scatolette di carne di vitello, 1000 chili di caffè in chicchi e 1000 confezioni di salsa barbecue. Completavano la lista le provviste fornite dall'ambasciatore britannico a Mosca: una dozzina di bottiglie di Château Margaux, annata 1928, e altre 500 bottiglie di whisky di differenti marche, perché su questo Winston Churchill gli aveva ordinato di non lesinare, spiegando che "il whisky è ottimo per il tifo e mortale per i pidocchi". La vodka, il caviale e lo champagne di Crimea erano offerti dal padrone di casa.
La missione di Miša era dar da mangiare a Iosif Stalin, Winston Churchill, Franklin D. Roosevelt e ai 700 alti ufficiali, traduttori e perfino proiezionisti cinematografici che formavano le varie comitive. Aveva ai suoi ordini cuochi e sguatteri russi, inglesi, statunitensi, e tutti si domandavano chi fosse in realtà quell'uomo con i capelli neri impomatati, capace di farsi intendere in russo e in inglese con identica disinvoltura, rispettato, addirittura temuto anche dagli ufficiali dell'NKVD, il Commissariato del popolo per gli affari interni, in quanto chef personale di Stalin.
Il rapporto dell'NKVD su Miguel Ortuzar era pieno di lacune.
Nella casella della nazionalità veniva definito cileno, e in quella delle informazioni non verificate si diceva che probabilmente era arrivato a Lisbona nel marzo del 1936 per seguire una donna, una cantante di nome María Martha Esther Aldunate, artista di spicco nella Germania hitleriana, dove era stata protagonista di un paio di film sotto la protezione del ministro della Propaganda Joseph Goebbels e aveva raggiunto una certa fama sotto lo pseudonimo di Rosita Serrano.
Il rapporto continuava riferendo nei dettagli come Ortuzar, durante la sua permanenza a Lisbona, avesse lavorato all'Hotel Vitória, impiego che aveva lasciato nell'aprile dello stesso anno per recarsi a Madrid, anche se non risultavano agganci con esponenti di rilievo del Frente popular. Là era stato di nuovo assunto come cuoco all'Hotel Florida, al numero 2 di plaza del Callao, dove si segnalavano i suoi contatti con i giornalisti statunitensi Ernest Hemingway e John Dos Passos, e con il cineasta olandese Joris Ivens, che aveva aiutato durante le riprese del film Terra di Spagna. A Ortuzar vengono attribuite simpatie per la causa repubblicana ma non risulta iscritto a nessuna organizzazione politica. (ANSA).