(di Silvia Lambertucci)
(ANSA) - ROMA, 14 FEB - Il corpo statuario languidamente
adagiato ai bordi dell'acqua, il volto proteso verso l'azzurro
del piccolo stagno. Mentre l'amorino accanto a lui sta per
scoccare la freccia che gli sarà fatale e il cane gli tira la
veste, nell'inutile tentativo di richiamarlo alla caccia.
Dopo la strepitosa Leda con il Cigno venuta alla luce qualche
mese fa, è un grande affresco con la figura di un Narciso
l'ultima sorpresa dei nuovi scavi di Pompei. Un'opera "di grande
interesse" e "con un forte richiamo erotico", sottolinea
all'ANSA Massimo Osanna, direttore dello scavo nel Parco oggi
guidato ad interim da Alfonsina Russo. Ma proprio come la Leda,
"di ottima fattura", tanto che "potrebbe essere opera dello
stesso pittore dei vip".
La casa d'altronde era la stessa. Una grande domus ricca e
alla moda affacciata su Via del Vesuvio, nella regio V
dell'antica colonia romana, con decorazioni à la page e
riferimenti ai miti come si conveniva alla dimora di una persona
almeno economicamente molto su. E un'insistenza particolare sul
tema dell'eros.
Incorniciato da una raffinata parete di un color ocra dorato,
l'affresco del Narciso doveva essere il pezzo forte del grande
atrio di quella casa, la cui entrata (fauces) era segnata da un
Priapo con un grande fallo, augurio di fertilità. Un atrio
imponente, con le pareti dipinte nei due classici colori
pompeiani, il porpora e appunto l'ocra a contrasto con l'alto
zoccolo nero, il tutto arricchito da trompe l'oeil
architettonici e da leziosi amorini, gli 'eroti' della cultura
greca, disseminati qua e là a suggerire, ancora una volta
l'argomento erotico. Un grande atrio che rimarrà così, portato
alla luce e restaurato solo in parte, precisa l'archeologo,
perché lo scavo di quella casa purtroppo non rientra nei piani
del Grande Progetto Pompei. "Già questo ulteriore tassello di
lavori - spiega- è stato deciso in via eccezionale dopo il
ritrovamento dell'affresco con Leda e il cigno proprio per
permetterci di portare alla luce nella sua interezza almeno
l'intera stanza da letto con Leda e renderla visitabile". Il
ritrovamento del Narciso è stato quindi un ulteriore inaspettato
regalo che aggiungerà meraviglia a meraviglia per i turisti
quando fra qualche tempo anche questa domus verrà inserita nei
percorsi di visita della millenaria cittadina. Peccato solo che
la grande quantità di materiale piroplastico che con la furia
dell'eruzione ha riempito quell'ambiente della dimora, abbia
alla fine quasi cancellato il volto del giovane Narciso, di cui
oggi possiamo apprezzare il corpo statuario ma non più cogliere
lo sguardo, ragiona Osanna facendo notare il raffinato sfondo
con l'ambientazione idillica e paesaggistica del quadro.
Tant'è, la stanza da letto con l'affresco di Leda e il cigno,
che ora è stata tirata fuori e ripulita in tutto il suo
splendore, si trova proprio dietro questa parete con il Narciso.
"Si affacciava sull'atrio, per questo viene da pensare che la
decorazione di questo ambiente fosse una sorta di introduzione
al cubicolo di Leda", fa notare Osanna. L'impressione, commenta,
è che tutti questi ambienti "fossero decorati con un inno alla
vita e alla gioia". Qualche altra cosa di questa famiglia e di
queste vite raccontano i tanti oggetti di uso quotidiano che gli
archeologi hanno ritrovato nel sottoscala dell'abitazione,
brocche, anfore, tanti oggetti di cucina, persino un imbuto in
ferro. Peccato, davvero, che il proprietario di tanta
magnificenza non abbia ancora un nome. L'ipotesi più probabile,
argomenta Osanna, è quella di "un ricco commerciante, forse
anche un ex liberto ansioso di elevare il suo status sociale con
il riferimento a miti della cultura più alta".
Di più non è detto che si riesca a sapere. "Non per ora,
almeno, visto che gli scavi qui non potranno proseguire". Un
mistero da risolvere, come tanti altri a Pompei, che verrà
lasciato alle generazioni future.