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Lettera dei musei agli ecologisti: "Le opere sono fragili"

Lettera dei musei agli ecologisti: "Le opere sono fragili"

A denunciare gli imbrattamenti un centinaio dei direttori dei più celebri musei del mondo

14 novembre 2022, 13:21

Redazione ANSA

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Gli ecologisti lanciano un liquido contro un quadro di Van Gogh (archivio) © ANSA/EPA

Gli ecologisti lanciano un liquido contro un quadro di Van Gogh (archivio) © ANSA/EPA
Gli ecologisti lanciano un liquido contro un quadro di Van Gogh (archivio) © ANSA/EPA

Dilaga la condanna dei direttori di un centinaio fra i più celebri musei al mondo nei confronti degli attacchi recenti in serie di giovani militanti ecologisti radicali contro capolavori dell'arte esposti in varie città del mondo, Italia inclusa. In una lettera aperta diffusa in questi giorni e ripresa con crescente attenzione anche dai media britannici, i responsabili di queste istituzioni culturali denunciano come gli attivisti stiano "gravemente sottovalutando la fragilità" delle opere prese di mire e imbrattate con zuppe di pomodoro, di piselli o altro, anche laddove protette da lastre di vetro.

"Nelle ultime settimane - scrivono - ci sono stati diversi attacchi alle opere d'arte nei musei internazionali. Gli attivisti responsabili sottovalutano gravemente la fragilità di queste opere insostituibili del patrimonio culturale mondiale, che devono essere preservate. In quanto direttori di musei, la pericolosità di questa situazione ci ha scosso profondamente". Tra i firmatari, spiccano i nomi dei responsabili del Metropolitan Museum of Art, del Museum of Modern Art e del Guggenheim Museum di New York, del British Museum, del Victoria and Albert Museum e della National Gallery (l'italiano Gabriele Finaldi) di Londra, della Galleria degli Uffizi e della Peggy Guggenheim Collection, a Firenze e Venezia; del Louvre, del Musée d'Orsay, del Centre Pompidou e del Musée national Picasso di Parigi; del Prado di Madrid, o del Guggenheim Museum di Bilbao.

L'obiettivo comune, precisano, resta quello di mantenere aperte le realtà museali come una spazio di confronto e di "libera comunicazione sociale", ma nel contempo di assicurare la tutela del patrimonio artistico e "preservarne" la custodia a beneficio di tutti.

Fra le opere bersagliate in nome della battaglia contro l'inquinamento da idrocarburi e i cambiamenti climatici, si contano finora alcuni Van Gogh (tra i quali uno esposto a Londra e uno a Roma), un Monet (a Postdam, in Germania), un Picasso (in Australia) e, ancora, un Botticelli, un Boccioni e altri. Mercoledì scorso, quando due giovani militanti della campagna Stop Fossil Fuel Subsidies hanno lanciato il contenuto di un barattolo di zuppa di pomodori contro una delle versioni dei 'Campbell's soup cans' di Andy Warhol alla National Gallery of Australia di Canberra, prima di incollare le loro mani al muro come di consueto. L'ultimo episodio segnalato dalle cronache risale a domenica, con il blitz al museo Egizio di Barcellona contro la sponsorizzazione della CocaCola alla conferenza per il clima.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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