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Il bacio di Hayez, esposte le 3 versioni

A Milano in mostra 120 opere dell'artista dal 7/11 al 21/2

Le tre versioni del dipinto più famoso di Francesco Hayez, 'Il bacio', sono riunite per la prima volta nella retrospettiva dedicata al maestro ottocentesco, in programma dal 7 novembre al 21 febbraio nelle Gallerie D'Italia a Milano. L'opera, raffigurante un soldato che saluta la sua fidanzata abbracciandola e baciandola appassionatamente, è considerata una delle icone del Risorgimento italiano. Hayez ne eseguì tre versioni, che variano solo per alcuni particolari dell'abbigliamento dei protagonisti, rispettivamente nel 1861, 1867 (per esporla all'Esposizione Universale di Parigi, dove fu decretata la fama internazionale dell'artista) e 1869.
Sono complessivamente 120 i dipinti di questa mostra, prestati da diverse istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere, che ripercorrono tutta la lunga carriera di Francesco Hayez (Venezia, 1791 -Milano, 1882). Egli iniziò a dipingere nella città natale come allievo di due artisti locali, Maggiotto e Matteini. Nel 1809 si trasferì a Roma, dove fu apprezzato da Antonio Canova, al quale rimase legato anche dopo il definitivo trasferimento a Milano. Qui, nel 1822, fu invitato ad insegnare all'Accademia di Brera, divenendone in seguito direttore. La sua pittura passò dall'iniziale Neoclassicismo al Romanticismo storico, con quadri, spesso di grandi dimensioni, dedicati ad episodi dal Medioevo in poi e sempre realizzati con grande abilità tecnica. Amico di grandi musicisti, come Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, vide suoi dipinti ispirare opere liriche: "I due Foscari", "I Lombardi alla prima Crociata", "I Vespri siciliani". In mostra a Milano spiccano anche "La distruzione del Tempio di Gerusalemme", che regalò all'Accademia di Brera, "I profughi di Parga", isola dell'Egeo messa a ferro e fuoco dai Turchi nel 1820. Sono esposti inoltre soggetti erotici, diversi ritratti e, soprattutto, la serie degli autoritratti con cui Hayez volle accompagnare il trascorrere della sua vita. (ANSA).

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